“Con un’inflazione vicina al target e una domanda interna stagnante, le condizioni monetarie restrittive non sono più necessarie“. È quanto ha detto il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all’università Bocconi di Milano. “Nella fase attuale – ha sottolineato Panetta – dovremmo concentrarci di più sulla lentezza dell’economia reale: senza una ripresa sostenuta, l’inflazione rischia di essere spinta ben al di sotto del target, aprendo uno scenario che sarebbe difficile da contrastare per la politica monetaria e che dovrebbe quindi essere evitato. In breve, dobbiamo normalizzare la nostra posizione di politica monetaria e passare a un territorio neutrale, o addirittura espansivo, se necessario”.
Inoltre – ha aggiunto Panetta – “ora possiamo tornare a un approccio più tradizionale e realmente lungimirante alla politica monetaria, in linea con il nostro orientamento a medio termine. L’eliminazione delle restrizioni monetarie quando la domanda aggregata vacilla è un semplice esempio di come questo principio si traduce in pratica; ma il principio è molto più generale. Le circostanze eccezionali degli ultimi due anni hanno costretto le banche centrali a dare meno peso alle previsioni e a vivere giorno per giorno (o riunione per riunione). Ora che la situazione sul fronte dell’inflazione si sta normalizzando, la Bce dovrebbe anche normalizzare il modo in cui calibra la sua posizione di politica monetaria, tornando alla tradizione e riconcentrandosi sulla sua funzione di reazione a medio termine”.
Panetta: “Bce, ridurre ancora i tassi se performance sotto le attese”
“La debole domanda interna continua a pesare sull’attività economica, mentre le prospettive per la domanda esterna sono tutt’altro che incoraggianti. In uno scenario in cui la domanda rimane contenuta, l’inflazione potrebbe scendere ben al di sotto del 2 per cento. Affrontare questa situazione con una posizione monetaria restrittiva sarebbe un errore, in quanto acutizzerebbe il sotto-performare dell’obiettivo di inflazione. Al contrario, la Bce dovrebbe affrontare questa situazione con una posizione neutra. In questo modo, potrebbe sospendere i tagli dei tassi se si ritiene che il sotto-performare sia temporaneo, oppure ridurre ulteriormente i tassi se il sotto-performare dovesse persistere”.
Panetta: “Con Trump incertezze su lotta all’inflazione”
“L’imminente cambio di amministrazione negli Stati Uniti – ha proseguito Panetta – aggiunge incertezza alle prospettive dell’inflazione: i cambiamenti nella politica fiscale e commerciale avranno probabilmente un impatto significativo sull’economia, con implicazioni per la politica monetaria. Negli Stati Uniti l’inflazione sta scendendo, anche se in modo non uniforme, in un contesto di robusta crescita dei consumi e dei redditi. Ciò ha spinto la Federal Reserve a tagliare i tassi di interesse di 75 punti base tra settembre e novembre”, ha proseguito Panetta.
Panetta: “Produzione industriale in calo da due anni”
“L’attività economica rimane debole. Il tasso di crescita dello 0,4% registrato nel terzo trimestre del 2024 ha offerto un po’ di sollievo dopo due anni di stagnazione, ma non dovremmo dare troppa importanza a questa cifra: la regione rimane sulla strada di una crescita annua di al massimo l’1% nel 2024. Il malessere del settore manifatturiero europeo è confermato dal fatto che la produzione industriale è in calo da due anni ed è ora sotto i livelli pre-pandemia”.
E ancora: “Gli indicatori anticipatori suggeriscono che il punto di svolta per il settore manifatturiero in difficoltà in Europa non è ancora in vista. In Germania, la fiducia delle imprese è sui livelli visti nella primavera del 2020 o nel 2009, entrambi periodi che non rappresentano riferimenti particolarmente rassicuranti. Il settore dei servizi nell’area euro è in una situazione migliore, ma ha beneficiato di eventi eccezionali, come le Olimpiadi estive, e potrebbe ora essere in fase di rallentamento”, ha evidenziato Panetta.