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Panetta anti-sovranista: più Europa e più migranti. Lectio magistralis per la laurea honoris causa a Roma Tre

Il governatore della Banca d’Italia parla della necessità di un’Europa più unita contro le sfide globali e sui migranti rilancia la sfida di un ingresso controllato per evitare il forte calo dell’offerta di lavoro. Una visione che fa il paio con quella di Draghi, presente al discorso nell’aula magna dell’università di Roma Tre

Panetta anti-sovranista: più Europa e più migranti. Lectio magistralis per la laurea honoris causa a Roma Tre

Un’Europa più unita contro le sfide globali, più investimenti comuni in tecnologie, energia pulita e difesa. E anche più migranti, con un ingresso controllato per evitare un forte calo dell’offerta di lavoro. Fabio Panetta, governatore della Banca d’Italia, detta la sua ricetta nella lectio magistralis tenuta in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Scienze giuridiche banca e finanza da parte dell’Università di Roma Tre. Una visione che fa il paio con quella di Mario Draghi, presente nell’aula magna dell’università insieme all’ex governatore di Bankitalia, Ignazio Visco.

Panetta: “Ue invecchia, gestire flussi migratori regolari”

E dunque, dice Panetta, “molti Stati membri della Ue stanno affrontando la sfida dell’invecchiamento e del calo della popolazione. Secondo l’Eurostat nei prossimi quindici anni la popolazione in età lavorativa nell’Unione si ridurrà del 7 per cento, e senza gli afflussi di cittadini extracomunitari oggi previsti la flessione sarebbe addirittura del 13 per cento. Per evitare un forte calo dell’offerta di lavoro e quindi della crescita potenziale dell’economia europea occorre uno sforzo significativo per consentire un ingresso regolare e controllato di immigrati e la loro integrazione nel mercato del lavoro”.

“La questione dei flussi migratori – ha aggiunto – non può essere affrontata dagli Stati membri singolarmente. Una politica di immigrazione comune a livello europeo è necessaria sia per evitare squilibri tra Stati membri di fronte alla pressione asimmetrica esercitata dagli arrivi massicci da paesi del Sud del mondo, sia per coordinare gli ingressi regolari per motivi di lavoro. Essa è inoltre essenziale per attrarre lavoratori qualificati, in grado di contribuire all’innovazione nei sistemi produttivi anche come imprenditori. Date le difficoltà di reperimento di professionalità elevate da parte delle imprese in molti paesi avanzati, la concorrenza internazionale per questa tipologia di lavoratori è particolarmente intensa”.

Panetta: “Serve economia più competitiva”

“La portata degli impegni è enorme, e i Paesi europei possono avere successo soltanto unendo le forze e progredendo verso un’Unione economica e monetaria vera e propria, con un’integrazione più stretta in termini sia finanziari sia fiscali”, ha detto ancora Panetta. Per fronteggiare le sfide globali, ha spiegato il governatore, “la soluzione è rafforzare l’economia europea. Riequilibrando il suo modello di crescita e valorizzando il mercato unico. Rendendola più competitiva. Ponendola all’avanguardia in campo tecnologico ed energetico. Mettendola in grado di difendere la propria sicurezza esterna. Conferendole la forza e l’autorevolezza necessarie per contare nel mondo e contribuire al dialogo e alla cooperazione tra Paesi”.

Panetta: “Bisogna puntare sulla domanda interna”

“Occorre innanzi tutto riconsiderare il modello di crescita europeo – ha proseguito Panetta – Negli ultimi due decenni l’economia della Ue ha fatto eccessivo affidamento sulla domanda estera e ha penalizzato la domanda interna, al contrario degli Stati Uniti. Le controversie commerciali e gli shock globali rendono però questa strategia di crescita meno sostenibile e più rischiosa”. E ancora: “In prospettiva, l’Europa dovrà rafforzare la domanda interna e valorizzare il mercato unico. Una tale ricetta è coerente con l’evoluzione in atto nell’economia mondiale. Ad esempio la Cina, a lungo uno dei principali mercati di sbocco delle esportazioni europee, sta riducendo la sua apertura commerciale per effetto sia del rafforzamento della domanda interna, sia delle politiche volte a ridurre la dipendenza dall’estero, soprattutto nei settori tecnologici”.

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