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Panetta al Forex: economia debole ma inflazione in calo. Tre condizioni per una svolta di politica monetaria

Imagoeconomica

Fabio Panetta nel suo primo discorso ufficiale da governatore di Banca d’Italia è intervenuto al 30° Congresso Assiom-Forex, annuale evento degli operatori dei mercati finanziari, in corso a Genova.

Il governatore ha concentrato il suo intervento sull’economia e sulle prospettive dell’economia internazionale. Ha evidenziato non solo gli elementi deboli e le congiunture negative, ma anche i fattori positivi. Panetta ha annunciato che il momento di un rialzo dei tassi è imminente. L’economia europea si trova in una fase di stagnazione senza segnali di una decisa accelerazione, mentre l’inflazione sta rapidamente diminuendo e i rischi per la stabilità dei prezzi si sono ridimensionati. In Italia, la crescita del PIL nel 2024 dovrebbe rimanere su livelli simili allo 0,7% registrato nel 2023, mentre l’inflazione dovrebbe restare al di sotto del 2% nel corso dell’anno.

Ha sottolineato come la politica monetaria restrittiva della Bce, motivata dagli shock inflazionistici di proporzioni storiche causati dalle strozzature nelle catene di produzione globali e dall’aumento dei prezzi dell’energia, abbia evitato che l’inflazione diventasse endemica (mantenendo le prospettive ancora all’obiettivo del 2%), bloccando i rischi di profonda recessione. Affinché questo risultato sia confermato e l’inflazione sia debellata, consentendo all’economia di riprendere un sentiero di crescita e stabilità, è fondamentale che le prossime decisioni siano coerenti con il quadro macroeconomico attuale e ciò può avvenire solo attraverso tre condizioni fondamentali.

Panetta: “congiuntura globale fiacca”

La “congiuntura globale resta fiacca” spiega Panetta nel suo intervento, con il commercio internazionale che ha stagnato nel quarto trimestre dell’anno precedente. “L’inasprimento monetario attuato simultaneamente dalle banche centrali dei maggiori paesi sta contribuendo, assieme al calo dei corsi energetici, a una decisa flessione dell’inflazione, ma continua a frenare la domanda. Fanno eccezione gli Stati Uniti, dove la domanda interna e l’attività produttiva continuano a crescere a ritmi sostenuti”.

A pesare sull’andamento globale è “l’incertezza” derivata dai conflitti in Ucraina e Medio Oriente e le difficoltà dell’economia cinese legate alla crisi immobiliare. Questa “fiacchezza congiunturale” è accompagnata da un arretramento nell’integrazione economica a livello mondiale, con l’introduzione di restrizioni commerciali e una ricomposizione degli scambi tra paesi. La frammentazione commerciale e finanziaria poi “rischia di sfibrare l’assetto multilaterale che ha sorretto lo sviluppo economico mondiale dal secondo dopoguerra e favorito il mantenimento della pace tra le principali potenze. Le conseguenze di un’inversione di rotta oltrepasserebbero i confini dell’economia e della finanza”.

Opportunità per le regione meno sviluppate

“Le divisioni geopolitiche pongono rischi rilevanti per le economie dell’Europa e dell’Italia, data la loro apertura internazionale. È nel nostro interesse difendere con risolutezza i progressi sin qui conseguiti nel grado di integrazione globale e l’architettura multilaterale del dialogo tra paesi”.

“In un quadro di relazioni internazionali più difficili, continua Panetta, “l’appartenenza all’Unione europea e a un’area valutaria stabile come l’Eurozona, nonché l’adesione al blocco atlantico, diventano vantaggi competitivi”.

“È un’occasione rara per il nostro Mezzogiorno” afferma il governatore. “Ma tradurre le opportunità in concrete occasioni di crescita richiede politiche attive di attrazione dei capitali e il rafforzamento di fattori di contesto quali la dotazione di infrastrutture, investimenti in capitale umano e sociale, l’efficienza delle amministrazioni pubbliche”.

Le potenzialità dell’area euro

“Nell’area dell’euro l’attività economica ristagna da ben cinque trimestri, risentendo della debolezza della domanda sia estera sia interna. La maggioranza dei comparti industriali è in recessione” (dove preoccupa la stagnazione delle Germania). A pesare, racconta Panetta è “l’esaurirsi della spinta derivante dalle riaperture successive alla pandemia, la restrizione monetaria in atto e il clima di incertezza frenano gli investimenti delle imprese e gli acquisti delle famiglie”.

In un clima di bassa crescita vi sono anche segnali positivi: “L’aumento dell’occupazione rappresenta una positiva eccezione a questo quadro di bassa crescita. La domanda di lavoro è stata sostenuta dapprima dal balzo produttivo post-pandemico e poi dalla ricomposizione dell’attività verso processi ad alta intensità di manodopera, resi più convenienti dai rincari energetici”. Tuttavia, se l’attività economica continuasse a indebolirsi, le “imprese potrebbero essere costrette a ridurre significativamente il personale”.

Nei prossimi mesi, le “politiche di bilancio dell’eurozona contribuiranno a frenare la congiuntura”, con un orientamento più restrittivo soprattutto a causa della fine delle misure di stimolo adottate in risposta alla crisi energetica. Tuttavia, le difficoltà dell’economia europea non sono solo congiunturali, ma anche strutturali, rendendo il modello di crescita del continente particolarmente vulnerabile ai cambiamenti nell’economia mondiale.

“Le potenzialità del mercato unico europeo” ricorda Panetta “sono enormi”. Per trarne beneficio è necessario ritrovare quella comunità di intenti a livello economico e politico che ha permesso una risposta compatta e tempestiva allo shock pandemico”.

Le tre condizioni per la normalizzazione monetaria

Panetta ha poi illustrato le tre condizioni per avviare la normalizzazione monetaria. La prima condizione è che il processo di disinflazione sia in uno stadio avanzato. I dati recenti mostrano che i progressi verso la stabilità dei prezzi superano le aspettative, con un’inflazione scesa al 2,8% a gennaio, 8 punti percentuali al di sotto del picco del 2022. Anche l’inflazione di fondo, che esclude alimentari ed energia, è diminuita rapidamente, coinvolgendo tutti i paesi e una vasta gamma di prodotti nel paniere dei consumi.

La seconda condizione è che il calo dell’inflazione continui. Gli indicatori congiunturali e la dinamica dei prezzi al consumo indicano chiaramente una continua disinflazione. La variazione su tre mesi dei prezzi, che riflette più accuratamente le tendenze attuali, è costantemente inferiore alla variazione su dodici mesi, con valori bassi sia per l’inflazione complessiva che per quella di fondo, sia nel settore dei servizi che in quello dei beni industriali.

La terza condizione per l’avvio della normalizzazione monetaria è che il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione non sia compromesso da un eventuale taglio dei tassi. Questo requisito dipende da diverse dimensioni, tra cui le prospettive dell’attività economica, la trasmissione della politica monetaria ai settori finanziario e reale, e i rischi per l’evoluzione futura dell’inflazione.

Panetta: banche italiane in salute, ora rafforzino le riserve

Dal governatore arriva anche un avvertimento alle banche, rese ricche dai tassi di interesse in crescita. I principali indicatori di bilancio offrono un’immagine positiva del sistema bancario italiano “nel breve periodo, ma che su orizzonti estesi finisce spesso per ripercuotersi negativamente sulle condizioni finanziarie di famiglie e imprese, con effetti di retroazione sul credito”. E per questo “in vista dei rischi che si delineano va salvaguardata la solidità del capitale” “attingendo all’eccezionale reddito di esercizio dello scorso anno” e costituendo “riserve patrimoniali” con il capitale in eccesso.

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