Negli 11 milioni e mezzo di documenti custoditi dallo studio legale panamense Mossack Fonseca e passati da un informatore al quotidiano Süddeutsche Zeitung compaiono i nomi di banche importanti: svizzere, inglesi, italiane, ma soprattutto tedesche, che sono ben 28. Secondo l’agenzia Bloomberg vengono citate tra le altre Hsbc e Ubs, Credit Suisse, Société Générale, Royal Bank Of Scotland (salvata con denaro pubblico nel 2008). Ci sono per l’Italia Ubi e Unicredit.
In Germania sono dunque 28 istituti di credito, incluse Deutsche Bank e Commerzbank, avrebbero fatto ricorso allo studio di Panama City. E diverse migliaia di privati tedeschi.
Alcune istituzioni si stanno già muovendo: in particolare le autorità fiscali in Australia, che sono al lavoro sugli oltre 800 nomi di cittadini australiani racchiusi nei file; mentre in Francia François Hollande ha annunciato un’inchiesta sui mille nominativi francesi tra i quali spicca Frederic Chatillon, collaboratore di Marine Le Pen.
A Madrid magistrati e ministero delle Finanze verificheranno l’esistenza di “presunte attività criminali di riciclaggio di denaro”, mentre il premier islandese Sigmundur Gunnlaugsson è sulla graticola delle opposizioni che hanno presentato una mozione di sfiducia. Ma non ha intenzione di dimettersi. Dalle carte è emerso che l’eredità della moglie, circa 4 milioni di dollari, sarebbe stata investita in titoli di tre banche fallite nel 2008.