Il confronto pubblico sulla privatizzazione e sulla liberalizzazione delle ferrovie italiane prende quota. I punti cruciali sono due: come e che cosa privatizzare e come intrecciare la privatizzazione con la liberalizzazione e con l’evntuale scorporo della rete dalla Fs sul modello di Snam e Terna.
Nelle ultime ore un pronunciamento destinato a pesare è quello del presidente di Aiscat, Fabrizio Palenzona, che è anche presidente degli Aeroporti di Roma, oltre che esponente di spicco del mondo bancario e finanziario. Palenzona ha chiesto esplicitamente che la rete venga separata dalle Fs per aprire maggiormente il mercato e ha caldeggiato “una regia unica per tutto il settore dei trasporti”.
Elia, il nuovo ad di Fs, ha cercato di frenare dicendo che sulla privatizzazione delle Fs tutte le opzioni sono aperte ma ricordando che, a suo avviso, lo scorporo della rete potrà essere presa in considerazione non ora ma quando ci sarà un numero sufficiente di imprese concorrenti. Ma siamo di fronte al discorso dell’uovo e della gallina: viene prima lo scorporo
della rete per incrementare la concorrenza e aprire il mercato a più imprese ferroviarie o bisogna attendere che queste nascono per virtù propria anche se il mercato non è del tutto aperto e le Fs esercitano un ruolo egemonico?
Una parola decisiva in proposito spetterà al nuovo presidente delle Fs, Marcello Messori, a cui il Tesoro ha affidato poteri forti proprio sulla privatizzazione e sulla regolazione del gruppo pubblico delle ferrovie.