Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e IMG, la mostra è curata da Florence Müller, docente e autrice di fama internazionale, già direttrice dell’Union Française des Arts du Costume al Musée des Arts Décoratifs di Parigi e curatrice Moda e Arte Tessile al Denver Art Museum, e sceglie Milano come prima tappa di un itinerario internazionale che includerà alcuni dei
centri culturali più importanti al mondo.
“Dal Cuore alle Mani: Dolce&Gabbana” è una dichiarazione d’amore alla cultura italiana
Ispirazione e musa dello spirito del marchio sin dalle sue origini, e ripercorre lo straordinario processo creativo dei suoi fondatori: dal cuore, da cui scaturiscono le idee, alle mani, mezzo attraverso cui prendono forma. La devozione che la casa di moda da sempre riserva al Fatto a Mano si traduce in un dialogo unico tra
tradizione artigianale e contemporaneità. In mostra a Palazzo Reale anche una serie di installazioni immersive e di opere d’arte digitale appositamente commissionate, in cui i molteplici linguaggi della creatività sono posti in dialogo con le creazioni uniche del brand, costruendo un viaggio attraverso i temi cardinali dello stile di Dolce&Gabbana: dalle arti visive all’architettura, dalla musica alle tradizioni italiane, dal teatro alla dolce vita.
La mostra è un invito a scoprire l’universo creativo di Dolce e Gabbana attraverso le loro collezioni di Alta Moda, Alta Sartoria e Alta Gioielleria
Il profondo legame con le tecniche artigianali tradizionali italiane ha suscitato in loro il desiderio di avventurarsi nella haute couture dopo aver fondato con successo la loro maison di prêt-à-porter già nel 1985. Grazie alla ricchezza delle loro radici familiari, siciliane per Domenico Dolce e milanesi per Stefano Gabbana, gli stilisti immaginano collezioni con numerosi riferimenti artistici e culturali attinti dalla pittura, dall’architettura, dalla scultura, dall’interior design o dalle arti sceniche… Le loro creazioni vengono presentate nei luoghi più iconici d’Italia, che rimandano in modo spettacolare alle fonti di ispirazione delle sfilate. Sotto la loro guida, gli artisti-artigiani superano se stessi nell’esercizio del loro mestiere, inventando a partire da antichi know-how le innovazioni di domani. Proprio perché sono oggi tra i rari stilisti al tempo stesso fondatori e proprietari della loro casa di moda, e quindi liberi delle loro azioni, Domenico Dolce e Stefano Gabbana hanno potuto realizzare questo sogno. Spinti dal desiderio di rendere omaggio alla passione di coloro che creano la bellezza con l’intelligenza delle mani.
Un viaggio, questo è il senso di questa mostra; un viaggio interiore, un Grand Tour tra le bellezze dell’Italia, un viaggio tra diverse fonti di immaginazione e di ispirazione, un viaggio sognato, cercato, inseguito e infine realizzato, un percorso in cui la moda non è il centro dell’esposizione ma ne è uno degli elementi espressivi. Un viaggio che parte dal cuore, che etimologicamente ci riporta immediatamente alla concordia, all’abbraccio, alla dimensione affettiva e sentimentale della nostra esistenza, e che arriva alla mano, concepita anch’essa nella sua dimensione etimologica del costruire, del misurare, del preparare e quindi del fare. Un viaggio che è paradigmatico di come s i è andata formando la creatività di due stilisti noti a livello planetario, alla ricerca dei suoi costituenti primigeni, dei principi attivi; un invito a tutti noi, che magari non siamo né artisti, né stilisti, né scrittori, a crearci, interrogando noi stessi sui paesaggi che abbiamo visto, sui luoghi che abbiamo vissuto o semplicemente visitato, sui film che ci hanno appassionato, sui libri che abbiamo divorato, sulle musiche che ci hanno cullato, sulle opere d’arte di cui i nostri occhi si sono saziati, il nostro personale e intimo album di suggestioni, di impressioni, di pensieri; a inventare il nostro “Museo dell’innocenza” perché, alla fine e in fin dei conti, occorre saper rispondere all’invito socratico del conoscere sé stessi, lo gnòthi seautón inscritto sul frontone del Tempio di Apollo a Delfi. Un viaggio in cui si incontra la bellezza naturale e quella creata dal genio dell’Uomo, un viaggio sinestetico in cui i nostri sensi sono travolti dale fantasmagorie luminose della Sicilia e dalle sue tradizioni, dalle sfarzose e allo stesso tempo decadenti ambientazioni del Gattopardo, dall’intimità della devozione, dallo spettacolo visivo offerto dall’arte e dall’architettura rinascimentali e barocche, dal luccichio dei mosaici bizantini, dal mito delle deità olimpiche, dalle estasi dell’opera lirica.
Un itinerario in cui, partendo dal cuore e quindi dall’anima, incontriamo la passione e la perizia della mano, del saper fare che diventa un inno alle nostre grandi tradizioni artigianali, a quella sapienza, appresa pazientemente nel corso dei secoli, che è una cifra significativa della reputazione che tutto il mondo riconosce alla nostra Italia e verso la quale questa mostra offre una sincera dichiarazione d’amore. Edith Wharton, premio Pulitzer nel 1921 con L’età dell’innocenza, si domandava se fosse sensato starsene altrove quando si sarebbe potuto stare in Italia. Domenico Dolce e Stefano Gabbana una risposta l’hanno data, con la loro storia distillata in questa mostra. Domenico Piraina Direttore Cultura e Direttore di Palazzo Reale