RANIERI, BUONA LA PRIMA!
L’INTER RITROVA LA CARICA E VINCE PER LA PRIMA VOLTA IN CAMPIONATO.
VOTO: 6,5
Finalmente Inter! Soffrendo, lottando, tirando fuori unghie e denti, i nerazzurri tornano alla vittoria, e questa è la cosa più importante. Nonostante sia arrivato solo da 48 ore, la mano di Ranieri si vede già. Il tecnico romano ha schierato l’Inter con il consueto (prima dell’arrivo di Gasperini, ça va sans dire) 4-3-1-2, con Coutinho al posto dell’infortunato Sneijder, poi nella ripresa, nel momento migliore del Bologna, ha serrato i ranghi, passando all’amato (da lui) 4-4-2. Risultato? L’Inter torna a vincere. Il primo tempo nerazzurro è stato più che buono, con Pazzini titolare per la prima volta in questo campionato e fatalmente subito in gol. Intendiamoci, Ranieri dovrà ancora lavorare molto, perché, soprattutto nella ripresa, la squadra è arretrata troppo, permettendo al Bologna di rendersi pericoloso e di trovare il pareggio con Diamanti. Ma perlomeno si è rivista la voglia di lottare che con Gasperini era scomparsa, e non a caso la vittoria è arrivata in rimonta, con i gol di Milito e Lucio. E allora, pur sapendo che una rondine non fa primavera, complimenti a Claudio Ranieri. Martedì ci sarà la difficile trasferta di Mosca, diventata quasi fondamentale dopo lo scivolone interno contro il Trabzonspor. Ma dopo questa prova, i nerazzurri partono per la Russia con qualche certezza in più.
MILAN, FINALMENTE UNA VITTORIA!
CONTRO IL CESENA BASTA SUPER SEEDORF, MA LA SQUADRA E’ STANCA.
VOTO: 6
Nella giornata del primo successo interista, i rossoneri non potevano proprio non vincere. E così, Allegri può festeggiare la vittoria in campionato che mancava dalla scorsa stagione; a decidere, Clarence Seedorf dopo pochi minuti con un gran gol. Per il resto non è che ci sia molto da aggiungere, visto che il Milan ha giochicchiato per gran parte del match, riuscendo comunque a vincere, anche per la poca consistenza degli avversari. Il Cesena infatti è il fanalino di coda del campionato, dunque dai campioni d’Italia ci si aspettava qualcosa di più. Detto questo, ai rossoneri vanno comunque riconosciute le attenuanti del caso: il numero degli infortunati ha raggiunto quota 11, una squadra di calcio vera e propria. Tra questi, vi sono Ibrahimovic, Robinho, Pato, Ambrosini e Gattuso, tanto per rendere l’idea. Allegri deve fare un buon piatto con gli ingredienti che ha, che al momento sono sempre gli stessi. Cassano è uscito stravolto, così come il giovane El Shaarawy, che da sesta punta si è ritrovato salvatore della patria prima (gol all’Udinese di mercoledì) e titolarissimo poi. Verranno tempi migliori, ma per il momento le cose stanno così. Ecco perché in casa Milan si tengono stretti la vittoria sul Cesena. In attesa del gioco.
IL NAPOLI S’INCEPPA ANCORA.
CONTRO LA FIORENTINA NON BASTANO I TITOLARI PER TORNARE AL SUCCESSO.
VOTO: 5,5
Per il Napoli, la cosa migliore della serata è stato il risultato, e questo è tutto dire. Un grigio 0 a 0, senza particolari squilli ed emozioni, molto diverso dagli spettacoli pirotecnici a cui ci avevano abituato gli uomini di Mazzarri. Ma la stanchezza e lo stress non risiedono solo al nord, e così in questa settimana di campionato abbiamo scoperto due cose: le seconde linee del Napoli non sono ancora in grado di sostituire i titolari (guardare Fideleff per credere) e la Champions League pesa, eccome se pesa. Detto questo, è giusto sottolineare come l’arbitro Valeria abbia pesantemente condizionato la sfida, non concedendo agli azzurri un calcio di rigore clamoroso per fallo di mano di Pasqual. L’azione ha ricordato a molti quella di una settimana fa, quando il proprio il Napoli, ironia della sorte, beneficiò di un simile errore nella gara contro il Milan. La ruota gira, ma gli errori arbitrali (soprattutto quelli così evidenti) fanno sempre arrabbiare tanto. Giusto anche riconoscere i meriti del caso alla Fiorentina, capace di imbrigliare i padroni di casa per almeno 60 minuti, sfiorando ripetutamente il gol (grazie ad un Cerci da Nazionale) e sfoderando una prestazione senza paura o timore reverenziale, come chiesto da Mihajlovic nel pre – partita. Ma è chiaro che dal Napoli di Lavezzi – Hamsik – Cavani ci si aspetta sempre qualcosa in più. E non è per fare un gioco al massacro Mister Mazzarri, semplicemente questo è il destino delle grandi squadre. Se si vuole diventarlo davvero, bisogna iniziare a capirlo.
JUVENTUS, A CATANIA PER AGGUANTARE IL PRIMATO SOLITARIO.
IL RUGGITO DI CONTE: “ANDIAMO PER VINCERE, COME SEMPRE”
IL CONDOTTIERO BIANCONERO LANCIA ELIA DAL PRIMO MINUTO.
Martedì scorso, quando comandava la classifica a punteggio pieno, aveva una faccia tirata e tesa: “Attenti al Bologna, vedo troppo ottimismo nell’ambiente e la cosa non mi piace”. Alla vigilia del match di Catania invece, Antonio Conte è sembrato sereno e sicuro di sè, come se il pareggio di mercoledì, invece che un passo falso, avesse dato ancora più convinzione. “Contro il Bologna avevo chiesto ai miei di drizzare le antenne e sono stato accontentato. Abbiamo giocato per vincere sempre, anche quando eravamo rimasti in dieci. A fine partita i ragazzi erano delusi per il risultato, onore a loro per questo, perchè è così che dev’essere la mentalità della Juventus”. Effettivamente la squadra vista mercoledì non ha deluso (anche noi di Firstonline, nelle nostre pagelle, l’abbiamo premiata con la sufficienza) perchè ha dato la sensazione di essere padrona del match sempre e comunque, proprio come rimarcato dal suo allenatore. Che ora cerca conferme nella difficile trasferta dello stadio “Massimino”, dove finora il Catania ha conquistato tutti i suoi 4 punti. Conte ha rispetto per i ragazzi di Montella, ma non andrà certo in Sicilia per godersi gli ultimi spiccioli d’estate: “Andiamo lì per vincere, come sempre, con la stessa mentalità di sempre” ha detto il condottiero bianconero, rifacendosi allo spirito Juve che c’era quando giocava lui. La sfida del Massimino sarà anche l’occasione per vedere finalmente all’opera l’olandese Elia, l’esterno sinistro inseguito per tutta l’estate e, fino ad oggi, rimasto ai box per imparare. Ma l’apprendistato sembra finito, e se non dall’inizio (ci sono comunque possibilità anche in questo senso), Antonio Conte lo inserirà a partita in corso. Più o meno la stessa situazione di Fabio Quagliarella, finalmente ripresosi dal brutto infortunio del gennaio scorso. Frecce preziose nell’arco del condottiero Conte, venuto a Torino per riportare la Juventus sul tetto d’Italia.
ROMA, NON C’E’ PIU’ TEMPO.
A PARMA SERVE UNA VITTORIA, ALTRIMENTI SARA’ CRISI.
LUIS ENRIQUE: “NON CAMBIERO’ IL MIO CALCIO E NON MI DIMETTERO'”
“Non sono venuto in Italia per cambiare il mio modo offensivo di vedere il calcio, dunque non lo farò. I numeri sono negativi ma sono convinto di poter ribaltare la situazione. So bene che un allenatore dipende sempre dai risultati, ma io non mi dimetterò”. Con affetto, Luis Enrique. Non si può certo dire che a questo signore manchi il coraggio, perchè presentarsi alla vigilia di una partita che per lui vale tantissimo con questa sfrontatezza, merita perlomeno un applauso. Luis Enrique, che ha incassato l’ennesimo attestato di stima da parte di Thomas DiBenedetto, sa di non essere sulla graticola come qualche suo ex collega (vero Gasperini?), ma è perfettamente consapevole di aver gettato via contro il Siena tutto il credito accumulato nella gara di San Siro. A Milano si era vista una Roma coraggiosa, non bella sotto porta ma sicuramente capace di tenere in mano la gara per almeno 70 minuti, giovedì invece, gol di Osvaldo a parte, i giallorossi non sono stati capaci di fare quasi nulla. L’Olimpico infatti, che dopo la sconfitta contro il Cagliari aveva applaudito i giocatori, ha sonoramente fischiato tutti, allenatore in testa. Il gioco latita, e il tanto decantato possesso palla è assolutamente sterile, come dimostrano i gol segnati col contagocce e le pochissime occasioni create. “Quello che abbiamo fatto vedere contro il Siena è molto lontano dalla mia idea di calcio – ha ammesso Luis Enrique – ma fa parte del passato. Ora sono preoccupato dal Parma, squadra che sa fare benissimo il contropiede”. Che è esattamente il tallone d’Achille della Roma, come hanno dimostrato Slovan Bratislava, Cagliari e Siena, ovvero tutti quelli che sono passati dall’Olimpico (e ne sono usciti festeggiando). Cinque partite ufficiali e nessuna vittoria, solo 3 gol fatti e 5 subiti. Numeri allarmanti, e forse per questo l’ex tecnico del Barça B ha risposto così a chi gli chiedeva quale fosse il suo obiettivo a medio termine: “Battere il Parma”. Perchè Luis Enrique sa bene che, nel caso fallisse, andare avanti diventerebbe maledettamente difficile.
CAGLIARI – UDINESE E LAZIO – PALERMO: E’ QUI LO SPETTACOLO?
GENOA: A VERONA PER CONTINUARE A SOGNARE.
SIENA – LECCE E ATALANTA – NOVARA: PICCOLE SOLO DI NOME.
Ma la domenica calcistica non sarà riservata solo alle grandi. Cagliari – Udinese e Lazio – Palermo promettono di essere sfide interessantissime e soprattutto divertenti. Alzi la mano infatti chi pensa che queste partite possano terminare con due noiosi zero a zero. Noi no, perché lo dicono i numeri (queste sono squadre che segnano tanto) e soprattutto la mentalità di Ficcadenti, Guidolin, Reja e Mangia: giocarsela contro tutti. Difficile fare pronostici, possiamo solo ipotizzare un’Udinese un po’stanca (cosa ammessa, con grande onestà, dallo stesso Guidolin dopo il pareggio contro il Milan) e una Lazio vogliosa di ribadire anche all’Olimpico la sua vicinanza a Reja. Detto questo però, friulani e siciliani hanno tutto per sbancare Cagliari e Roma, ecco perché ci aspettiamo sfide all’insegna dell’equilibrio. Più o meno come a Siena e Bergamo, dove assisteremo a due interessantissimi incontri salvezza. Sempre che queste squadre non continuino a stupire, perché in quel caso dovremo anche noi rivedere giudizi ed obiettivi. Se il Siena infatti è quello visto all’Olimpico, parlare di salvezza non ha molto senso, discorso che va addirittura amplificato se si parla dell’Atalanta, autrice di un avvio di campionato semplicemente strepitoso. Così come il Genoa, in testa alla classifica a sorpresa, anche se in coabitazione con Juventus e Udinese. I rossoblu andranno a Verona, campo già fatale al Napoli di Mazzarri, e dovranno essere bravi a mantenere alta la concentrazione. I tifosi del Genoa stanno sognando ad occhi aperti, toccherà a Malesani cercare di non svegliarli.