IL NAPOLI SFATA IL TABU’ E DOPO 17 ANNI SI PRENDE SAN SIRO!
SULLA GARA PERO’ PESANO I GRAVI ERRORI DELL’ARBITRO ROCCHI.
VOTO: 8
Ora non sentiamo più ragioni: questo Napoli deve puntare allo scudetto. D’altronde, se dopo aver battuto l’Inter 3 a 0 in casa sua gli azzurri continuano a professare falsa umiltà, l’unica spiegazione è la scaramanzia, che a Napoli è quasi una religione. Giusto celebrare gli uomini di Mazzarri, ma il voto è più basso di quello che gli avremmo dato in condizioni normali. Spiace parlare dell’arbitro dopo una gara così, ma è assolutamente inevitabile farlo. Rocchi ha gravemente condizionato la partita, assegnando un rigore al Napoli che non c’era (sullo 0 a 0, il fallo era fuori area), espellendo Obi, che aveva già preso un’ammonizione altrettanto inesistente. Inoltre, il rigore andava fatto ripetere, perchè Campagnaro era entrato in area prima ancora che Hamsik calciasse (e si facesse parare) il rigore della discordia. Un caso lampante di arbitraggio inadeguato, a tal proposito ci piacerebbe sapere il parere dei vertici federali. Detto questo, l’omaggio al Napoli è doveroso, perchè poi, dopo tutto il putiferio scatenato da Rocchi (oltre a Obi, espulso anche Ranieri, con conseguente “panolada” di San Siro, la protesta con i fazzoletti bianchi che fanno gli spagnoli) c’è stato anche un secondo tempo, nel quale gli azzurri hanno fatto quello che hanno voluto. Vedere gli ultimi 10 minuti di gara trasformarsi in una sorta di allenamento, con il Napoli a fare torello e i tifosi partenopei accompagnare ogni passaggio con gli “Olè!”, è quasi incredibile, sopratutto se si pensa dove si trovava questa squadra appena 5 anni fa. Questo Napoli ha fame, e nonostante le dichiarazioni di facciata, vuole prendersi tutto.
LA ROMA SI RIPRENDE L’OLIMPICO.
CONTRO L’ATALANTA I GIALLOROSSI VINCONO E SOPRATTUTTO CONVINCONO.
VOTO: 7
Due mesi fa, quando la Roma si allenava nel ritiro di Riscone di Brunico, Luis Enrique la paragonò ad un bambino di due anni, che doveva ancora imparare a camminare da solo e a parlare. Oggi, a distanza di qualche tempo, il bimbo è decisamente cresciuto. Più che buona la prestazione di ieri, che ha portato la Roma a vincere la prima partita in casa e a segnare in 81 minuti gli stessi gol realizzati finora. Tante buone notizie, dall’ennesima rete di Osvaldo (la terza consecutiva) alla prima di Bojan Krkic, passando per la grande prova di sacrificio e qualità di De Rossi e Totti (uscito per infortunio) fino al recupero di Fabio Simplicio, uno che in estate sembrava solo di passaggio e che invece è rientrato al 100% nel progetto. Grandi meriti vanno evidentemente a Luis Enrique, che non si è fatto scoraggiare dalle critiche piovutegli addosso nei mesi scorsi, e che ora raccoglie i primi frutti del suo lavoro quasi maniacale. La Roma è ancora lontana dal Barcellona, ma finalmente il possesso palla produce occasioni da gol, la manovra è piacevole e veloce, e tutti, dai giocatori ai tifosi, sembrano credere nel progetto. L’unico problema resta la fase difensiva, ed è per questo che alla Roma abbiamo dato solo un 7. Non avesse preso gol (e rischiati almeno 3) avrebbe meritato un voto ancora più alto.
L’INTER CROLLA ED ESCE DA SAN SIRO FURIBONDA!
RANIERI NON CI STA: “L’ARBITRO E’ STATO TOTALMENTE INADEGUATO”.
VOTO: 5
Difficile dare un voto all’Inter vista ieri sera. Dovessimo giudicarla per il primo tempo, allora il giudizio sarebbe un 6 pieno, mentre la squadra vista nella ripresa non va oltre il 4. Dunque diamo ai nerazzurri un’insufficienza, pur riconoscedo loro tutte le attenuanti dovute al pessimo arbitraggio di Rocchi. Nei primi 45 minuti l’Inter si era mossa bene, aggredendo e attaccando l’avversario, ma soffrendolo ogni qual volta che questi provava a reagire. Inutile girarci intorno, i nerazzurri hanno un problema grosso in difesa, e lo si è visto ancora di più nella ripresa. E’ vero, l’Inter giocava in 10, ma con un po’più di organizzazione si potevano perlomeno limitare i danni. Invece, 0 a 3, con tutto quello che questo risultato comporta, in termini di morale (in questo senso però la sosta aiuterà) e di classifica (solo 4 punti, a meno 6 dal Napoli capolista). Ranieri dovrà lavorare molto, ma solo a partire da oggi. Perchè ieri il tecnico romano era letteralmente furibondo: “L’arbitro Rocchi? E’ stato totalmente inadeguato – ha dichiarato subito dopo la partita – ha rovinato un match bellissimo sbagliando tutte le decisioni. Gliel’ho anche detto in faccia, per questo mi ha espulso. Dopo tanti anni ho l’esperienza per capire se un arbitro ha in mano la partita oppure no: lui non l’ha mai avuta”. Parole di fuoco, che verranno riprese e sviscerate su tutti i giornali e le televisioni. L’Inter è uscita da San Siro con un risultato pesantissimo, l’arbitro Rocchi con la consapevolezza che, per i prossimi mesi (o anni?), sfide così importanti le vedrà solo dalla tv.
JUVENTUS – MILAN, SALE LA FEBBRE PER LA “CLASSICISSIMA”.
PIRLO E IBRA, I GRANDI EX SONO ANCHE I PIU’ ATTESI.
AGNELLI E BERLUSCONI, UNA VIGILIA COME AI VECCHI TEMPI.
Eccoci qui. Dopo il ricco antipasto del sabato sera, siamo pronti per gustarci il piatto principale di questa sesta giornata di serie A. Ma Juventus – Milan oggi non sarà solo la sfida clou del nostro calcio, bensì di quello di tutt’ Europa, motivo in più per augurarci uno spettacolo degno della storia di questi due club. “Non sarà una partita scudetto” hanno ripetuto quasi all’unisono i due allenatori, e hanno ragione, perchè parlare di gara decisiva il 2 ottobre quantomeno fa sorridere. Al di là degli scherzi del calendario (sarebbe stato meglio si fosse giocata tra qualche tempo, no?) questo Juventus – Milan avrà molti significati, tanti come non si vedevano dai tempi pre – Calciopoli. Entrambe le squadre devono dimostrare molto, la Juve che vuole capire dove potrà arrivare e il Milan, che dopo un inizio difficile ha dato qualche segnale di ripresa nelle ultime partite. Sia per la Vecchia Signora che per il Diavolo una vittoria varrebbe tantissimo: i bianconeri abbandonerebbero qualsiasi remora, e si candiderebbero ufficialmente per il titolo, i rossoneri invece rimetterebbero nell’angolino gli avversari, oltre a dare un segnale di forza a tutte le altre contendenti. Oltre a questo però, le sfide nelle sfide saranno tantissime. Anzitutto Conte vs Allegri, due tecnici giovani e preparati, con lo juventino che ha meno esperienza in panchina, ma vanta un passato da calciatore di alto livello che il milanista non ha. Allegri però porta cucito sulla divisa un tricolore tutto suo, vinto con idee tattiche intelligenti, senza guardare in faccia a nessuno. In questo i due sono simili: tutti ricordano Allegri “far fuori” Ronaldinho, in pochi invece sottolineano come Conte sia arrivato allo scontro con l’intera città di Bergamo perchè non voleva più Doni in squadra. Coraggio e idee, ma poi in campo vanno i giocatori. I campioni che questa sera calcheranno il prato dello Juventus Stadium (al debutto in un big match) saranno tanti, ma a catturare l’attenzione più di tutti saranno Andrea Pirlo e Zlatan Ibrahimovic. Entrambi fuoriclasse, entrambi ex, anche se non riceveranno la stessa accoglienza dalle vecchie tifoserie. Pirlo sarà applaudito e acclamato dai milanisti (che però sperano di non doverlo rimpiangere) Ibra riceverà il solito quantitativo industriale di fischi e insulti, eredità inevitabile del passaggio all’Inter dopo Calciopoli. Ma se lo svedese ha ormai archiviato da anni il suo passato bianconero (anche se a Torino non è mai riuscito a segnare da ex), per Pirlo sarà la prima volta contro il suo Milan, e chissà che Andrea non voglia togliersi qualche sassolino dalle scarpe, visto che la società in estate gli ha preferito, per vari motivi, Mark van Bommel. L’ultima sfida, sarà quella tra le due proprietà, due famiglie sempre al centro delle polemiche, ma indubbiamente grandi e affascinanti. Da una parte gli Agnelli, dall’altra i Berlusconi e, curiosamente, entrambi gli esponenti principali ieri hanno fatto visita alle rispettive squadre. Scelte affascinanti, che riportano la memoria ai tempi che furono, quando l’Avvocato e il Cavaliere trovavano sempre il tempo per occuparsi degli “affari di cuore”, come amavano definirli. Al posto di Gianni Agnelli ora c’è Andrea, mentre Silvio Berlusconi è sempre in prima linea, anche se ormai da un anno, in via Turati s’è insediata sua figlia Barbara. Di temi da raccontare ce ne sarebbero ancora tanti, ma poi alla fine sarà il campo ad avere l’ultima parola. Juventus e Milan, a voi.