La soglia oltre la quale non si possono utilizzare i contanti potrebbe salire di nuovo, passando dagli attuali mille a 2.500-3mila euro. Lo scrive oggi il quotidiano La Repubblica, precisando che il governo sta valutando la possibilità d’inserire la norma nella legge di Stabilità (attesa in Parlamento entro metà ottobre) o in un provvedimento immediatamente successivo.
Negli ultimi cinque anni il tetto ai contanti è stato abbassato tre volte: nel maggio 2010 da 12.500 a 5mila euro, nell’agosto 2011 da 5mila a 2.500 euro e nel dicembre 2011 da 2.500 a mille euro. Il taglio progressivo puntava a incoraggiare l’utilizzo della moneta elettronica in funzione anti-evasione.
A livello normativo, il divieto non riguarda solo i pagamenti cash, ma anche i trasferimenti di titoli al portatore e quelli di libretti di deposito bancari o postali al portatore. E’ proibito anche spostare contanti in più tranche che costituiscano un “artificioso frazionamento”.
Negli ultimi mesi sono aumentate le pressioni sul governo per una (ennesima) modifica della legge. In vista del Giubileo, commercianti e albergatori chiedono che l’asticella venga nuovamente alzata, in modo che i turisti stranieri possano effettuare i pagamenti con meno limitazioni.
Sul versante politico, a sostenere la misura sono i centristi della maggioranza e Forza Italia, che ha proposto l’innalzamento della soglia in un progetto di legge presentato solo pochi giorni fa (l’ultima amministrazione a varare un intervento di questo tipo era stata proprio quella guidata da Silvio Berlusconi, che nel giugno 2008 aveva riportato il tetto da 5mila a 12mila500 euro).
D’altra parte, anche il premier Matteo Renzi aveva annunciato lo scorso febbraio che una volta “sistemato con i decreti fiscali la fatturazione elettronica”, il governo avrebbe riportato “i limiti del contante a livello europeo: da mille a 3mila euro”.
In effetti, nell’Unione europea, le leggi di 11 Stati (tra cui Germania e Olanda) non prevedono alcun limite all’uso dei contanti, mentre in altri casi il tetto è più alto di quello stabilito dal governo Monti (ad esempio in Francia e in Spagna, rispettivamente a 3mila e 2.500 euro). L’Italia è però uno dei Paesi Ue in cui l’utilizzo della moneta elettronica è meno diffuso, mentre nella classifica dell’evasione fiscale siamo saldamente al primo posto.
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