Nei prossimi quattro anni i pagamenti con carta cresceranno in Italia del 6,1% annuo. In generale, le transazioni cashless (che comprendono anche altri strumenti tracciabili, come bonifici, assegni e digital wallet) registreranno invece un tasso di crescita leggermente più basso: +5,3% l’anno. I dati sono contenuti nella diciottesima edizione del report “Global Payments 2020: Fast Forward into the Future”, a cura di Boston Consulting.
Dall’analisi emerge che la pandemia – soprattutto nei mesi di lockdown, ma non solo – ha fatto accelerare la crescita dei pagamenti digitali a livello globale, ma la differenza rispetto al passato è più evidente nel nostro Paese, in cui tradizionalmente l’utilizzo dei contanti è più diffuso e radicato che nel resto dei Paesi Ue e Ocse.
Basti pensare che, nel 2019, in Italia il numero di transazioni pro capite con carta (di credito o bancomat) era pari a 57, mentre i pagamenti cashless arrivavano 92. Il primo dato è inferiore anche a quello di Paesi come Spagna, Malta e Grecia, dove l’anno scorso sono state registrate rispettivamente 103, 96 e 72 transazioni con carta pro capite.
Tra gli appassionati di contanti più insospettabili ci sono tedeschi e austriaci, che comunque superano di molto gli italiani: in Germania ogni consumatore usa mediamente la carta 68 volte in un anno, mentre nella vicina Austria si arriva a quota 105.
Ma stiamo ancora parlando di numeri bassi, lontanissimi dalla media dell’Europa occidentale, dove nel 2019 ci sono state in media 172 transazioni con carta e 264 pagamenti cashless pro capite. In particolare, in cima alla classifica ci sono i Paesi dell’Europa settentrionale, dove ogni persona l’anno scorso ha effettuato in media 389 transazioni con la carta.
“Interessante sarà verificare l’impatto che l’atteso Bonus cashback, pensato per favorire il passaggio ai pagamenti elettronici e ridurre l’uso del contante, avrà sulle abitudini degli italiani”, concludono gli analisti di Boston Consulting.