“Le conseguenze di eventuali procedure di infrazione” da parte della Commissione europea sui conti pubblici del nostro Paese “sarebbe un grosso problema per l’Italia in termini di reputazione che abbiamo costruito in questi anni. Sarebbe un’inversione a U rispetto a quanto abbiamo fatto finora”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, all’uscita dell’Ecofin.
Parole che il numero uno di via XX settembre ha confermato anche nel pomeriggio, rispondendo al question time nell’Aula del Senato: “Le misure di aggiustamento pari allo 0,2% del Pil “verranno adottate al più tardi entro fine aprile, cioè con i tempi coerenti con l’approvazione del Def. Ed è molto probabile che misure saranno presentate anche prima di quella scadenza; realisticamente le misure di lotta all’evasione verranno adottate verso la fine di questo periodo anche per tener conto della necessaria approvazione di Consiglio e Commissione Ue”.
“L’ipotesi di possibile procedura di infrazione – ha continuato Padoan – è estremamente allarmante. Un aggiustamento della dinamica del saldo di finanza pubblica strutturale è quindi indispensabile per evitare l’apertura di tale procedura’, ha aggiunto Padoan.
Affermazioni che ribadiscono la volontà del Governo di trovare un accordo per rispettare le richieste di Bruxelles, che prevedono una correzione dei conti con una nuova mini-manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro (lo 0,2% del Pil). In caso di mancata intesa, come paventato da Padoan, l’Europa aprirebbe una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese.
Padoan ieri aveva assicurato che gli impegni dell’Italia sarebbero stati inviati a Bruxelles entro i tempi stabiliti, ovvero entro l’inizio di febbraio.
Il ministro ha poi aggiunto che il governo procederà “già dalla prossima settimana” a prendere le misure concrete e a stanziare le spese necessarie per far fronte all’emergenza terremoti, e questo “indipendentemente da come si risponderà alla richiesta della Commissione europea” di una correzione di bilancio per ridurre il deficit strutturale.
La lettera del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al presidente della Commissione Jean-Claud Juncker “ricorda innanzitutto la tragedia e la continuità ahimè della tragedia, e quindi il fatto che l’Italia spenderà quello che serve”, ha aggiunto Padoan, sottolineando che serve “per ribadire questo punto, che mi sembra sia detto con molta chiarezza”.
Quanto, infine, alle polemiche antieuropee che stanno montando in Italia, e anche nel Pd, contro le richieste della Commissione, viste nel contesto dell’emergenza per i terremoti, il ministro ha tagliato corto: “Gli accenti antieuropei ci sono sempre stati nel dibattito italiano, non sono una novità”.