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Padoan: “Italia esce da trappola infernale”, verso calo pressione fiscale

Il ministro parla della crescita “congelata per un ventennio” e afferma che il calo verso il 40% avverrà “in pochi anni” – Il numero uno del Tesoro ha spiegato che l’Ires scenderà di alcuni punti nel 2017 – “Se potremo anticipare il taglio dell’Irpef, lo faremo” – “Reddito di cittadinanza insostenibile”

Piercarlo Padoan non ha dubbi:”Stiamo uscendo da una trappola infernale che aveva congelato la crescita per un ventennio, anche prima della crisi”. Il ministro dell’Economia è intervenuto al convegno “Italy is back”, organizzato dall’American Chamber of Commerce. Proprio ieri a Porta a Porta il ministro era tornato sul tema del fisco:”La pressione fiscale continuerà a scendere nei prossimi anni anche senza interventi specifici” e si attesterà al 40% “non so se entro la legislatura”, in ogni caso “in pochi anni”. Secondo gli ultimi dati Istat, la pressione fiscale – ovvero rapporto tra imposte più contributi sociali e il Pil – è arrivata al 43,5% nel 2015.

Il numero uno del tesoro ha spiegato che l’Ires scenderà di alcuni punti nel 2017: “Ho detto alcuni punti perché è un modo diverso per spiegare che ci sono margini” da sfruttare per altri tagli di tasse. “Se potremo anticipare il taglio dell’Irpef lo faremo – ha assicurato Padoan – e vedremo di quanti punti. Comunque punti che si sentiranno nelle tasche”.

Quanto alla crescita, “penso che si rafforzerà – ha aggiunto il ministro – perché dobbiamo vedere ancora in pieno l’impatto delle riforme strutturali, compresa la riforma costituzionale”.

Il debito pubblico, invece, nel 2016 calerà “di meno di un punto percentuale, grazie agli introiti dalle privatizzazioni ma meno dell’atteso, dal momento che manca una cosa importante: l’inflazione”, ha sottolineato ancora Padoan.

Infine, per quanto riguarda il reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle, il ministro è d’accordo con il governatore di Bankitalia Ignazio Visco: perché “costa un sacco di soldi” e presenta due problemi: “Da una parte la sostenibilità finanziaria, assai problematica, dall’altra il criterio con cui vi si accede, magari per alcuni ce n’è bisogno per altri no. Non si può ragionare in astratto”.

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