X

PA e sprechi: i Comuni piccoli spendono molto più di quelli grandi

Pixabay

Le spese amministrative dei Comuni italiani ammontano a 157 euro per abitante. Ma, come i polli di Trilussa, il dato medio nasconde una sorpresa: se si restringe lo sguardo ai Comuni più piccoli – quelli sotto i 3mila abitanti – la spesa sale di circa un terzo, a 210 euro. Il motivo? Richiedono il 60% di personale in più. I dati sono contenuti in un nuovo Quaderno del Cnel e, per quanto sembrino alti, in realtà sono in discesa. Secondo l’analisi del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, fra 2013 e 2015 le spese comunali sono scese del 6%, “segno di una decisa efficacia delle politiche di spending review e fiscal compact”.

Tuttavia, lo squilibrio fra piccoli e grandi Comuni dimostra che “è necessario continuare sul fronte delle politiche volte all’incentivazione della fusione dei piccoli enti, anche considerando che i Comuni di medie dimensioni sono quelli che possiedono i livelli di efficienza più elevati (119 euro per abitante)”, spiega il responsabile della ricerca, Emanuele Padovani, professore associato di Public management & accounting all’Università di Bologna.

“Il nord-ovest spende poco meno del sud, 169 euro contro 161, e si distacca notevolmente dal più efficiente nord-est, 127 euro – continua Padovani – La Liguria è la regione in cui si spende di più (229 euro), la Puglia risulta quella con il risultato migliore (117 euro) davanti al Veneto (123 euro). Tali differenze sono molto probabilmente dovute al diverso dimensionamento medio delle amministrazioni comunali (in Puglia la dimensione media è di circa 15.600 abitanti, contro i circa 8.400 abitanti medi del Veneto). A seguito della forte contrazione delle spese amministrative, pari ad oltre il 10%, le grandi città del Sud hanno costi pro capite addirittura più contenuti del nord, 107 euro contro 121/122 euro”.

Secondo l’esperto, il modello che garantisce la massima efficacia è quello “dei Comuni al di sopra dei 50mila abitanti del nord-est, in cui si investono molte risorse finanziarie provenienti dalla fiscalità generale e si raggiunge il maggior numero di utenti e beneficiari di contributi in relazione alla dimensione demografica. All’opposto, i grandi Comuni del sud sono i più problematici poiché pur investendo una quantità di risorse della fiscalità generale più elevata della media (comunque inferiori di circa il 30% rispetto ai comuni del Nord-est e 15% rispetto ai comuni del Centro) non riescono a rispondere alle esigenze della loro comunità locale”, conclude Padovani.

Related Post
Categories: Economia e Imprese