A metà degli anni Sessanta, Marco De Poli, allora direttore del giornale studentesco “La zanzara” del liceo Parini di Milano, condusse una coraggiosa battaglia per il rinnovamento del costume, oggi, da proprietario e gestore del resort La Francesca di Bonassola, a due passi dalle Cinque Terre, è un alfiere del turismo di qualità contro l’orrore del overtourism e del turismo “mordi e fugge”. Vivendo in un angolo topico della Liguria di Levante, De Poli è un osservatore d’eccezione delle tendenze del turismo d’oggi, delle sue contraddizioni ma anche delle sue possibilità di rigenerazione. Ne ha parlato in questa intervista a FIRSTonline. Sentiamolo.
De Poli, l’Europa, con Amsterdam in testa, è sempre più soffocata dall’overtourism. E’ un fenomeno che riguarda da vicino anche l’Italia ma finora non c’è stata una risposta unica e vincente. Come valuta in generale la situazione del sovraffollamento turistico in Italia?
“Abito nel centro di Milano, a Brera, zona di grande interesse artistico ma fino a poco tempo fa poco frequentata da turisti. Da qualche anno ho assistito a una trasformazione radicale: su metà dei portoni sono affissi annunci di affitti brevi (mentre i costi di quelli “normali” sono diventati insostenibili), e i marciapiedi sono invasi da un popolo di viaggiatori con trolley. Immagino che nelle altre città d’arte la situazione sia – se possibile – anche peggiore; e mi domando: ne vale la pena? Secondo il principio di indeterminazione di Heisenberg, l’osservatore modifica l’oggetto osservato: quindi questa folla di turisti trasforma forzatamente – in negativo data la quantità eccessiva – la qualità della bellezza di cui cerca di “impadronirsi.”
L’overtourism investe molte località italiane e tra queste uno dei punti critici è quello delle Cinque Terre dove sono state adottate misure di varia natura come l’obbligo di prenotazione per visitare la famosa via dell’Amore e l’aumento dei prezzi dei treni: qual è il suo giudizio? Sono misure efficaci e sono giuste sotto il profilo sociale? Ha proposte alternative?
“L’overtourism alle Cinque Terre – fino a qualche decennio fa praticamente sconosciute – è un fenomeno relativamente recente, ma che ha assunto proporzioni davvero insostenibili, data l’esiguità geografica del territorio coinvolto e la facilità di raggiungerlo in treno. Soluzioni mirabolanti non ci sono, non basta aumentare i prezzi dei biglietti del treno per allontanare le orde di “mordi e fuggi” per poche ore (alla sera si crea quasi ovunque il deserto) – soluzione che magari “scoraggia” proprio il turismo di qualità.”
Nel caso delle Cinque Terre che effetti ha l’overtourism sulle località limitrofe e sulle strutture ricettive che puntano non sul turismo di massa ma su quello di qualità? Le penalizzano o le valorizzano evidenziando il diverso tipo di offerta turistica?
“Noi personalmente al Resort La Francesca di Bonassola – a solo pochi chilometri dalle Cinque Terre – proponiamo da più di 60 anni una visione del turismo completamente diversa: ampi spazi in mezzo a una natura protetta, servizi (spiaggia, piscina, campo giochi, impianti sportivi, bar, mini market, ristorante) che permettono di non uscire dal Villaggio; ma anche, volendo, la possibilità di immergersi per qualche ora nella folla, e ritornare subito dopo alla pace… La maggior parte dei nostri ospiti – per il 70% stranieri – mette in programma una visita alle Cinque Terre; ma poi sono ben contenti di tornare a rifugiarsi nella quiete della natura!”
Un esperimento molto reclamizzato è anche quello di Venezia dove da poco è stato istituito per i turisti il biglietto d’ingresso obbligatorio con prezzi non sempre irrisori. Che ne pensa?
“Io non credo che un ticket – di qualsiasi importo sia – possa scoraggiare chi considera la visita a Venezia o alle Cinque Terre un “must” da soddisfare, dato che si spende comunque già tanto complessivamente per il viaggio…”
In generale che cosa si dovrebbe fare per fronteggiare l’overtourism e per valorizzare il turismo di qualità?
“Io penso che si debba valorizzare le amplissime possibilità ‘alternative’. Tutto intorno elle Cinque Terre (ad esempio subito fuori della Francesca, tra Levanto, Bonassola e Framura) ci sono tantissimi sentieri “sconosciuti” al turismo di massa, quindi deserti e con panorami anche più belli! Puntare su un turismo responsabile legato al territorio è il nostro obiettivo da sempre.”