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Ottobre di vendite in Borsa: solo otto titoli del Ftse Mib chiudono in rialzo. Giù banche e petrolio

Ottobre rosso sui mercati. Il Ftse Mib ha lasciato sul campo il 3,62% mentre ancora peggio hanno fatto il Ftse Italia small cap -9,25% e il Ftse micro cap il 6,23%. Il mese dei listini è stato segnato dall’emergenza Ebola, dalla stagione delle trimestrali, dalle proteste di Hong Kong  e da dati macroeconomici che hanno confermato i timori sulla tenuta dell’economia tedesca. Ma a dare il colpo di grazia alle Borse, in particolar modo a Piazza Affari, sono stati i risultati degli stress test della Bce, pubblicati il 26 ottobre.

Ecco che nell’ultima settimana di ottobre, le vendite si sono abbattute sul comparto bancario. E’ stato crollo verticale per i due istituti italiani finiti sotto i riflettori: Banca Carige e Mps. Con tanto di sospensioni al ribasso e divieto di vendite allo scoperto. Il bilancio dell’intero mese è impietoso: Mps ha perso il 41,13% finendo in fondo non solo al Ftse Mib ma a tutti il listino di Piazza Affari. Débacle anche per Banca Carige che con un crollo del 36,5% è risultato il terzo peggior titolo in assoluto.

Per le altre banche la conta finale è contrastata: le vendite hanno investito  Unicredit -6,39%, Bpm -5,45%, Ubi -4,92%, Intesa -2,52%, Bper -1,86%. Mentre ha chiuso controcorrente Mediobanca +3,91% e terzo miglior titolo del Ftse Mib. Piazzetta Cuccia ha diffuso a fine ottobre una trimestrale migliore delle attese e ha registrato nel mese l’entrata al 2% nell’azionariato dei cinesi della Peolple’s Bank of China. Bene anche Banco Popolare +0,43%.

Non solo in Europa, ma anche negli Usa e in Giappone le Banche centrali continuano a catalizzare l’attenzione degli investitori: la Fed ha annunciato la fine del quantitative easing mentre la Bank of Japan ha dato nuovo vigore al proprio stimolo monetario.

Negli Usa la Corporate America ha accelerato il passo e dalle trimestrali di alcune società leader, da Caterpillar a Microsoft, è emersa la forza della ripresa dell’economia Usa. Protagonista oltreoceano anche la Fiat che, nelle nuove vesti di Fca, ha spiccato il volo al suo esordio a Wall Street con un balzo iniziale del 6% a 9,25 dollari sul prezzo di riferimento.

Insieme al Lingotto spicca il volo anche la holding Exor che sale nel mese del 13,51%, miglior titolo del Ftse Mib. Nel complesso il  bilancio del mese è però difficile. Sul Ftse Mib riescono a chiudere in rialzo solo 8 titoli: oltre a Exor alle già citate Mediobanca e Banco popolare, archiviano il mese in positivo anche  Cnh +4,18%, A2A +2,48%, Terna +1,19%, Buzzi Unicem +0,99% e Campari +0,43%.

All’opposto della classifica, in fondo all’indice, troviamo oltre a Mps anche Saipem -25,18%, Wdf -24,93%, Yoox -17,83%, Autogrill -13,68%, Tenaris -13,22%, Ferragamo -12,9%, Stm -12,67%, Mediaset -11,82%.

I petroliferi hanno in genere subito il crollo delle quotazioni del petrolio con il Wti che è sceso sotto gli 80 dollari al barile. La scure sull’oro nero si spiega anche con la revisione al ribasso delle stime del Fondo monetario internazionale sul Pil della zona euro. La nuova previsione indica una crescita dello 0,8% nel 2014 (da +1,1% della precedente stima) e dell’1,3% nel 2015 (da +1,5%).  Anche Eni arretra in modo evidente cedendo il 9,1%.

Gli altri titoli hanno messo a segno cadute a cifra singola. In particolare si è mosso in ordine sparso il lusso  con Tod’s in calo del 6,38%,  Moncler del 2,25% mentre Luxottica si è difesa bene -0,39% nonostante il caos scoppiato sulla governance con le dimissioni del co-ceo Cavatorta.

Se si allarga l’analisi a tutti i titoli del Ftse Mib, eccetto Exor,  i migliori rialzi riguardano tutti Pmi: Ima +19,24%, Aeffe , Datalogic +11,26%, BbBiotech  +10,15%.

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