Dopo due anni di restrizioni e isolamenti, gli italiani hanno voglia di leggerezza, spensieratezza e felicità. E quale bevanda accompagna meglio questi momenti? La birra, bevanda alcolica preferita dagli italiani, anche più di vino e cocktail. Che sia chiara (56,2%) o artigianale (45,3%), la birra è ormai un must, mentre vino (bianco e rosso) finisce al terzo posto (43,8%), cocktail e spirits al quarto (42,7%), lo spumante al quinto (19,8%) mentre birre a bassa gradazione alcolica e analcoliche si ritagliano sempre più spazio (10,4%).
È quanto emerso dallo studio Piepoli/Osservatorio Birra, realizzato in collaborazione con Partesa, insieme al fatto che i locali, per reagire alle perdite subite durante le chiusure imposte dalla pandemia, hanno dovuto rivedere le strategie di business, aprendosi a nuovi canali di vendita (quali asporto e delivery), e che, soprattutto, privilegia orari più flessibili per offrire ai consumatori un’offerta improntata sul modello spagnolo: il tapeo che prevede l’assaggio di cibo e bevande per tutto il pomeriggio.
Birra al centro della ripresa: sul modello spagnolo
Una tendenza confermata anche dai 200 intervistati (gestori, proprietari di ristoranti, pizzerie, bar, pub, hotel e locali del Paese): non solo la birra resterà la costante del fuori casa, ma la ripresa dei locali italiani ruota attorno alla bevanda ottenuta dalla fermentazione del malto d’orzo.
Fatto sta che se oggi per il 64,5% dei locali la birra rappresenta più del 25% del proprio business, nelle previsioni a 5 anni la quota di chi dipenderà per metà degli incassi dalla birra passerà dall’attuale 16,7% al previsto 30,2%, soprattutto per tre motivi: è sempre più richiesta; è poco o per niente alcolica e, infine, permette una buona marginalità a livello di prezzo, elemento vitale in un periodo di grandi difficoltà economiche per un settore reduce da due anni critici.
Ma non solo dagli esercenti, la conferma del nuovo trend arriva anche dai consumatori, secondo cui 1 su 2 ipotizza di aumentare le occasioni di consumo soprattutto con l’allentamento delle restrizioni dovute alla pandemia. Ma oltre che sulla qualità, verrà posta una maggiore attenzione al fattore prezzo.
Osservatorio birra: l’impatto del Covid sul settore
Lo studio mostra quanto la pandemia abbia lasciato il segno. Negli ultimi 2 anni, la metà dei locali (53,1%) ha avuto un calo di fatturato e 1 su 5 (22,9%) è stato costretto a ridurre il personale. Dopo la fase più acuta del Covid, il 60,4% dei locali ha cambiato profondamente il loro business, rivedendo prezzi e offerta (34,4%), aprendosi al delivery e all’asporto (21,9%), immaginando menù con meno portate (19,8%) e ampliando le fasce orarie di apertura, per intercettare nuove occasioni di consumo (16,1%).
Ora, però, il mercato della birra ha raggiunto livelli importanti: e si guarda al futuro con positività: il 58,3% dei locali, nonostante le difficoltà, sta facendo investimenti, in media entro i 20 mila euro, per adeguarsi ai nuovi trend.
La rivincita della birra artigianale: in Italia vale oltre 250 milioni
Dopo i due anni difficili a causa delle restrizioni, dell’approvvigionamento delle materie prime e della carenza di personale, il settore delle birre artigianali ha sofferto un importante calo di fatturato, oltre al 70% secondo l’ultimo rapporto di Assobirra.
Adesso la crisi sembra superata, con il comparto in netta ripresa.
La birra artigianale è scelta sempre più da famiglie e giovani, in particolare tra i Millennial. In Italia vale il 4% del mercato nazionale, con una produzione media di 500.000 ettolitri l’anno e un fatturato di oltre 250 milioni di euro.
Sul mercato europeo, invece, si prevede che la birra artigianale aumenterà di 666,34 milioni di litri entro il 2025 (+6,20%). Secondo l’Annual Report 2020 di Assobirra, quella italiana è tra le migliori per reputazione in Europa: al terzo posto dopo Polonia e Romania. Mentre i paesi a grande tradizione birraia rimangono i mercati con la più rapida crescita di mercato: l’Italia è al quarto posto in Europa per numero di birrifici artigianali, dopo Regno Unito, Germania e Francia.
Ma a livello globale, Il segmento della birra artigianale rappresenta un valore di oltre 38 miliardi di dollari. Con una crescita prevista del 14,1% l’anno fino al 2027.