Alla base della ricerca Webranking, che monitora le tendenze della comunicazione corporate sui canali digitali e valuta la trasparenza tra le maggiori aziende a livello europeo, ci sono indagini annuali presso investitori, giornalisti finanziari e digital manager. La ricerca condotta da Lundquist, arrivata alla quindicesima edizione italiana, promuove la cultura digitale all’interno delle aziende e le aiuta a capire come migliorare la comunicazione per rispondere alle esigenze degli stakeholder.
Webranking è uno stress test sulla trasparenza che valuta la comunicazione digitale; solo poco più di una società su tre passa il test, ma diminuiscono le aziende che non presentano i requisiti minimi.
La graduatoria 2016-2017 sulla qualità della informazione online è guidata da Snam, leader in Europa nel sistema delle infrastrutture del gas, seguita dal Gruppo Hera e, in terza posizione, da Eni, che perde il primato assoluto mantenuto per diversi anni.
Tra i best improver, le società cioè che più di tutte hanno migliorato la loro posizione in confronto al 2015, il balzo più alto in classifica è quello di Amplifon, mentre Erg e Salini Impregilo entrano nella top 10. Da segnalare l’ingresso in classifica per la prima volta di Juventus e Ferrari.
Dalla graduatoria 2016 emerge un segnale chiaro: per la prima volta si fa sentire la concorrenza piena delle medie società su quelle più grandi. Ciò significa secondo Lundquist, società con una significativa expertise nella comunicazione dei contenuti finanziari, che per arrivare all’eccellenza della comunicazione non conta avere grandi budget ma credere nella trasparenza.
Rispetto al 2015 diminuiscono le aziende che non pubblicano le informazioni di base. Il 36% delle società analizzate ha superato l’asticella, il 40% è stata rimandata a settembre e il 24% invece risulta bocciata. Questo avviene, secondo Lundquist, perchè la crisi finanziaria e la crescente competizione hanno portato le aziende a ridefinire il proprio business e a crescere nei mercati internazionali dove la Rete, in tutte le sue declinazioni e piattaforme, è sempre la vetrina migliore.
Tra i settori che in aggregato si sono comportati meglio spiccano quello chimico, l’assicurativo e il food & beverage, mentre le assicurazioni staccano ancora di più le banche e i servizi finanziari arrivando al secondo posto. Le banche, anche se colpite dalla crisi finanziaria, hanno fatto solo piccoli passi verso una maggiore trasparenza.
La Corporate Social Responsibility, l’etica di business e la sostenibilità sono diventati ormai temi caldi per tutte le imprese che vogliono mantenere alta la propria reputazione, e di conseguenza quella del proprio brand.