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Oro: vaccino contro tassi bassi e la paura dell’inflazione

Foto di Csaba Nagy da Pixabay

“Presto vedremo l’oro sopra 2mila dollari l’oncia”. La profezia è di Joe Foster, strategist di Van Eck Absolut Return, che ieri ha intrattenuto gli investitori sulle prospettive del metallo giallo. Nelle stesse ore, l’oro viaggiava a Wall Street attorno a 1.765 dollari l’oncia, ai massimi da otto anni, poco di più dei prezzi di oggi, attorno ai 1.748 dollari, confermandosi così come lo strumento difensivo per eccellenza in una stagione di grande incertezza: a partire da inizio anno, l’oro ha registrato una performance del +15% in dollari e del +18% in Euro.

A sostenere il rally sono stati gli acquisti dei grandi fondi di investimento e degli Etf che, ad aprile, hanno indirizzato una parte della liquidità in arrivo dalle banche centrali (circa 9,9 miliardi di dollari, contro i 7 di marzo) in acquisti su prodotti legati al metallo nobile. Una tendenza destinata a confermarsi anche a maggio, a giudicare dai consigli dei big, compreso Paul Singer di Elliott Management, noto dalle nostre parti per gli investimenti in Telecom Italia, Ansaldo Sts e, soprattutto, nel Milan. Elliott, che amministra un portafoglio attorno ai 40 miliardi di dollari, ha definito in una lettera ai clienti l’oro come “il bene finanziario più sottovalutato a fronte della prossima discesa delle valute più importanti spinte al ribasso dai debiti accumulati per far fronte alla pandemia”. In sostanza, un rimedio universale: l’oro oggi trae vantaggio dalla discesa dei tassi, che abbatte il costo degli acquisti, domani, in caso della ripresa dell’inflazione (da molti data per scontata), non potrà che far da calamita per i risparmi, grandi e piccoli.

La rinnovata attrattiva dell’oro ha spinto gli investitori a moltiplicare l’offerta di prodotti destinati al retail. È lungo l’elenco degli Etc (ovvero gli Etf specializzati in commodities) offerti dalle case di investimento. Tipom, ad esempio, ossia l’Invesco Physical Gold Etc che mira a replicare la performance del London Gold Market PM Fixing Price in dollari ed è rappresentato da certificati garantiti da lingotti d’oro custoditi presso i caveau di Londra di J.P. Morgan Chase.

Ma sull’Aim italiano è quotata una società, Confinvest, leader italiano come market dealer di oro fisico da investimento, che ha sviluppato un sistema di trading premiato ieri da Capital Finance International come la miglior Ipo europea 2019 in termini di tecnologia e di innovazione. La motivazione del premio è la capacità di posizionarsi come trait d’union per gli investitori istituzionali, i clienti retail e le banche operanti nel mercato dell’oro fisico. In sostanza, sfruttando le opportunità della direttiva europea Psd 2, è stata sviluppata una piattaforma in fase di test proprio in questi giorni capace di sfruttare l’innovazione nei sistemi di pagamento e nell’ambito fintech. “La soluzione digitale Conto Lingotto – sostiene l’ad Giacomo Andreoli – sarà in grado di offrire a un ampio target di clientela la possibilità di acquistare/vendere oro fisico, averne la custodia e costruire un piano di accumulo con estrema facilità e rapidità”.

In attesa che la App lanciata il 12 maggio superi i test, Confinvest vanta un’apprezzabile stabilità: il titolo tratta a 4,35 euro, conto i 4 euro di inizio anno, dopo aver superato la fase critica del mercato dell’oro di inizio marzo quando era scivolato a 2,80.

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