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Oro: tocca nuovo record, lingotti a 2.265,73 dollari l’oncia. Borse asiatiche: ottimismo in Cina con dati Pmi, Tokyo giù

Pixabay

Non si ferma la corsa dell’oro che oggi aggiorna il suo record. Il prezzo spot dei lingotti è arrivato a toccare un nuovo massimo storico a 2.265,73 dollari l’oncia, in rialzo dell’1,6% rispetto alla chiusura di giovedì, dopo aver raggiunto una serie di massimi nelle ultime sessioni. Intanto, il prezzo dei future Usa sull’oro è in progresso dell’1,55% a 2.273 dollari. A dare slancio al rally, le indicazioni che presto la Federal Reserve inizierà a tagliare i tassi di interesse, in un contesto in cui il prezzo è già sostenuto dalle tensioni geopolitiche internazionali e dalla forte domanda cinese. Secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, sono già diversi trimestri che la domanda cinese resta sostenuta. La Banca centrale cinese ha aumentato notevolmente le sue riserve di lingotti, facendo acquisti in tutti gli ultimi 16 mesi. Inoltre, l’acquisto di oro sta guadagnando popolarità tra i giovani cinesi.

Borse asiatiche, ottimismo in Cina

Chiudono in rialzo le Borse cinesi con l’indice Composite che guadagna l’1,9% a 3.077,38 punti. Performance positiva anche per l’altra piazza d’affari cinese di Shenzhen che chiude in rialzo del 2,5%. Chiusa per festività invece Hong Kong (come tutte le piazze europee). A incidere sulla performance l’indice Pmi Caixin sulle attività manifatturiere di marzo che è salito a 51,1, dal 50,9 del mese precedente, al di sopra delle previsioni degli analisti di 51 e segnando un’espansione per il quinto mese consecutivo. I risultati seguono i recenti dati sulle esportazioni e sulle vendite al dettaglio migliori del previsto, suggerendo un inizio anno brillante per la seconda economia mondiale. Citi la scorsa settimana ha rivisto al rialzo le sue previsioni per la crescita della Cina nel 2024 dal 4,6% al 5%, citando i “recenti dati positivi e l’attuazione delle politiche”. Durante la riunione annuale del parlamento cinese di marzo, il premier Li Qiang ha annunciato un ambizioso obiettivo di crescita economica del 5% circa per il 2024.

La Borsa di Tokyo chiude la prima seduta del mese in territorio negativo con il Nikkei che lascia sul terreno l’1,4%, abbandonando la soglia dei 40mila punti (39.803,09). A pesare i segnali poco incoraggianti che arrivano dalla fiducia delle imprese dell’indice Tankan misurare dalla Bank of Japan, in calo per la prima volta in quattro trimestri. Per quanto riguarda il mercato valutario, lo yen è stabile sul dollaro a 151,30, vicino ai minimi in 34 anni, nonostante gli avvertimenti delle autorità monetarie su un possibile intervento; stessa performance sull’euro che si attesta a 163,20.

Turchia, nuovo minimo storico della lira dopo il voto

Nuovo minimo storico della lira turca dopo le elezioni amministrative che hanno visto vincere i candidati sostenuti dall’opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan. La valuta si è indebolita fino a toccare i 32,4 dollari, mentre gli operatori valutano le prospettive economiche del Paese alla luce del voto. Il partito Akp di Erdogan ha subito una significativa sconfitta, perdendo nelle principali città come Istanbul e Ankara. Da parte sua, il presidente Erdogan ha accettato la sconfitta e ha assicurato che gli sforzi per contenere l’inflazione sarebbero stati ripagati quest’anno. Il tasso d’inflazione annuale in Turchia è salito al 67,07% a febbraio, il valore più alto dal novembre 2022. Per proteggere i propri risparmi, molti turchi si stanno rivolgendo all’oro e ad altri beni legati al dollaro. La Banca centrale ha già aumentato il tasso di interesse di riferimento di 4.150 punti base dallo scorso anno.

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