E’ ripartita la locomotiva orafa del vicentino, uno dei tre distretti industriali del settore più importanti del Paese. L’occasione di verifica dello «stato di salute» della categoria è arrivata ad inizio anno con la manifestazione «VicenzaOro», una delle principali bussole del trend dei metalli preziosi ed il più grande salone europeo dedicato all’oreficeria. La ripartenza generale del settore orafo italiano, con una crescita di buyer pari al 10%, certifica la ripresa del mercato dopo un biennio in sordina. A festeggiare sono quasi tutte le aziende del distretto berico: «I segnali positivi in questo inizio d’anno sono molteplici – commenta Onorio Zen, presidente del comparto metalli preziosi di Confartigianato Vicenza – i buyers presenti a VicenzaOro hanno espresso una richiesta che fa ben sperare sul mantenimento della ripresa».
I dati relativi ai primi nove mesi del 2017 mostrano infatti per la provincia berica vendite all’estero per un valore pari a 999,4 milioni di euro, in crescita del 2,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un risultato assolutamente positivo, considerando che il 2016 aveva registrato un trend negativo (-9,0%), con addirittura i primi nove mesi dell’anno che segnavano una flessione del -10,0% rispetto al periodo gennaio-settembre 2015. Da segnalare che il distretto vicentino lavora più del 30% dell’oro importato nel nostro paese e pesa per un terzo del totale delle esportazioni italiane. In provincia quasi il 50% della produzione è localizzata nel distretto orafo della zona bassanese e pedemontana: fino ai primi anni Duemila in questi territori si lavoravano oltre 400 tonnellate di oro all’anno.
Il trend in crescita dell’export «made in Vicenza» si osserva in quasi tutti i principali mercati di destinazione: Thailandia (+76,8%), Turchia (+39,4%), Germania (+20,0%), Stati Uniti (+18,1%) e Polonia (+15,7%). «L’andamento generalmente positivo dell’export che si è riflesso su “Vicenzaoro” – aggiunge il bassanese Onorio Zen – è condizionato molto da fattori politico-finanziari, ma prima di tutto deve essere spinto dalle nostre scelte aziendali, dove investire nella qualità, come scelta strategica, diventa un requisito commerciale fondamentale. Il posizionamento sui mercati dell’oreficeria italiana, anche unbranded, va solo in questa direzione, per rispondere ai buyer esteri che richiedono sempre di più alle imprese italiane una qualità certificata».
Fondamentali, come hanno spiegato i maggiori produttori orafi del vicentino presenti a «VicenzaOro», soprattutto le condizioni geopolitiche globali: la stabilità dei principali mercati storici, Medioriente, Asia e Stati Uniti, è dunque una delle condizioni essenziali per la rinascita dell’oro veneto e vicentino. «Il dollaro sta lentamente riportandosi su quotazioni più basse – conclude Onorio Zen – ed è fondamentale perché il mercato americano è ancora il nostro punto maggiore di riferimento. Al momento chi lavora solo con i clienti arabi e Dubai soffre un po’, Hong Kong è in leggera flessione, mentre va molto bene l’Europa».