Un 2022 da incorniciare per il settore orafo italiano che ha chiuso l’anno con un fatturato in crescita del 22,1%, rafforzando il forte rimbalzo maturato nel 2021 (55,1%). Un risultato realizzato anche grazie alle esportazioni che lo scorso anno hanno superato i 9 miliardi di euro con un pieno recupero dei livelli pre-Covid sia in valore (+41%), sia in quantità (+5%).
È quanto emerge dal Rapporto congiunto sul settore orafo italiano realizzato dal Club degli Orafi e da Intesa Sanpaolo.
Oro e gioielli: fatturato da 13,2 miliardi per le aziende italiane, export +41%
Nel 2022 il settore orafo gioielliero italiano ha registrato un fatturato pari a 13,2 miliardi di euro, in aumento del 22,1% rispetto al 2021, anno in cui si era già visto un rimbalzo poderoso (+55,1%) che aveva consentito al settore di rialzare la testa dopo le difficoltà vissute nel 2020 a causa della pandemia.
Il 70% del fatturato è destinato all’export, che nel 2022 si attesta a quota 10,3 miliardi, di cui 9 miliardi di euro relativi ai gioielli, con una crescita di circa il 20% rispetto all’anno precedente e con un pieno recupero dei livelli pre-Covid sia in valore (+41%), sia in quantità (+5%). Tra i diversi mercati, gli Stati Uniti si confermano con 1,5 miliardi di euro come primo mercato di riferimento (+12% nel 2022), sostenuti anche dal rafforzamento del dollaro; seguono le esportazioni verso la Svizzera (1,3 miliardi di euro; + 21%) e gli Emirati Arabi Uniti. Le importazioni ammontano a 3,4 miliardi (+11,4%), con un saldo commerciale pari a 6,8 miliardi.
Dal rapporto: “emerge un quadro di un comparto che, nonostante le molteplici criticità in essere, continua a crescere nella sua posizione di grande rilievo nel sistema economico nazionale. Le aziende italiane nel 2022 hanno saputo rafforzare il loro ruolo di fornitori leader di qualità per le realtà internazionali del lusso e dei gioielli. Delle criticità con cui il settore – e la manifattura in generale – si confronta quotidianamente, quali il costo delle materie prime, la complessa situazione geopolitica, l’aumento del prezzo dell’oro, quella che continua a destare maggiore preoccupazione è la difficoltà a reperire capitale umano, formarlo e inserirlo in un sistema produttivo in continua evoluzione e con un sempre più spinto ricambio generazionale”, ha affermato Augusto Ungarelli, ex presidente Club degli Orafi Italia e delegato per il Centro Studi.
Settore orafo italiano: le previsioni e timori per il 2023
Il Rapporto mostra, oltre alle statistiche ufficiali, anche i risultati della terza edizione dell’indagine condotta a dicembre 2022 con il coinvolgimento delle imprese leader del settore e sviluppata dal Club degli Orafi con la Direzione Studi e Ricerche.
“Per l’anno in corso le attese per il fatturato vedono maggior prudenza da parte degli operatori, ma per le imprese più grandi prevale un sentiment a maggioranza positivo sia per il mercato interno (56% degli intervistati ndr.), sia per i mercati internazionali (61% dei rispondenti ndr.)”, si legge nel report. A preoccupare gli operatori è soprattutto la difficoltà di reperire manodopera che è indicata da più della metà del campione (51%) come criticità, seguito dalla gestione dei costi delle materie prime (47%), mentre il rapporto rileva un ridimensionamento nelle difficoltà di approvvigionamento (33%).
Secondo Stefania Trenti, responsabile Industry Research, Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, i risultati del 2022 “sono da inquadrare in un ambito competitivo fortemente sfidante condizionato da spinte inflazionistiche, politiche monetarie restrittive e un’elevata incertezza e complessità. Il posizionamento del settore verso l’alto di gamma che vede l’Italia come principale hub produttivo dell’oreficeria di lusso, ha rappresentato un’importante leva strategica per affermarsi in questo contesto: sarà fondamentale per le imprese sostenere questo percorso con investimenti mirati verso i fattori che abilitano lo sviluppo del settore come il capitale umano, l’efficientamento dei processi e l’innovazione.”