Via libera. I soci di Unicredit hanno detto sì all’aumento di capitale a servizio dell’ops su Banco Bpm. Un consenso quasi unanime giacché a favore si è espresso il 99,88% del capitale presente. Tuttavia, l’amministratore delegato Andrea Orcel ha voluto porre chiari paletti sull’operazione: “Dovrà avere un senso in termini di creazione di valore, altrimenti non la porteremo avanti”. L’assemblea della banca si è dunque chiusa – dopo circa 7 ore di riunione – con l’approvazione di tutti gli ordini del giorno, sia della parte ordinaria (bilancio, remunerazione e dividendo) sia della parte straordinaria (l’aumento di capitale).
Unicredit, l’assemblea e le parole di Orcel
“Su Anima avevamo ragione noi”. Lo ha detto a chiare lettere il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, nel corso dell’assemblea della banca, togliendosi un sassolino dalla scarpa. L’appuntamento di oggi, arriva infatti, dopo il parere negativo espresso dalla Bce sull’applicazione del Danish Compromise all’opa di Piazza Meda su Anima che rende l’operazione molto più onerosa sotto il profilo del consumo di capitale. In giornata è arrivato anche il responso dell’Eba, che ha rigettato la richiesta di chiarimenti di Banco Bpm, allineandosi de facto al parere di Francoforte. Senza il vantaggio patrimoniale garantito dal compromesso danese, con l’acquisto del 100% della società del risparmio gestito, Piazza Meda vedrà ridurre il proprio Cet1 di 286 punti base a fronte di un beneficio di 30 punti che ci sarebbe invece in caso di applicazione.
Orcel: “L’offerta deve creare valore o non la faremo”
“Il nostro percorso di crescita organica rimane il nostro principale focus. In questo contesto si potrebbe inserire l’aggregazione con Banco Bpm, che consentirebbe di creare un numero due più forte in Italia, il mercato dove abbiamo le nostre radici”. Il condizionale però è d’obbligo, dato che, parlando davanti all’assemblea a cui era presente il 67,4% del capitale, Orcel ha specificato: “L’operazione deve avere senso dal punto di vista della creazione di valore o non la faremo”. “Sarà valutata se atta a migliorare una base già molto attraente, se eseguita alle giuste condizioni. Altrimenti torneremo al nostro piano base”, ha aggiunto, confermando che “qualsiasi operazione sarà fatta solo alle nostre condizioni rigorose, garantendo valore incrementale per voi, i nostri azionisti”. Banco Bpm è quindi “un acceleratore, se alle giuste condizioni”.
Orcel all’assemblea Unicredit: “Su Anima avevamo ragione noi”
Già in tempi non sospetti, vale a dire prima dell’assise di Banco Bpm del 28 febbraio, Orcel aveva parlato di un eventuale passo indietro sull’ops in caso di rilancio senza Danish Compromise. Oggi, entrambe le opzioni si sono avverate. Ma il manager preferisce aspettare prima di prendere qualsiasi decisione.
“Avevamo ragione noi” a considerare un’offerta su Banco Bpm “escludendo Anima, viste le incertezze che questo poteva comportare. E oggi le vediamo”, ha dichiarato il numero uno di Unicredit. “Proponiamo un prezzo che incorpora un premio di almeno il 15% rispetto al prezzo delle azioni di Bpm prima dell’annuncio dell’offerta su Anima. Come noto – ha aggiunto – l’ops ha caratteristiche che potrebbe aumentare, mantenere inalterato o diminuire il valore di Banco Bpm. E che ci riserviamo di valutare una volta l’offerta su Anima conclusa”.
Orcel ha quindi ribadito che “l’offerta attuale” di Unicredit su Banco Bpm “rientra nei nostri criteri finanziari, il che significa che porterà valore e rendimenti significativi'”.
Padoan: “Senza i nostri risultati eccezionali, l’ops su Bpm non ci sarebbe”
“La decisione di presentare un’offerta agli azionisti di Banco Bpm non sarebbe mai stata possibile senza i risultati eccezionali che abbiamo raggiunto, frutto dell’azione sinergica del nostro gruppo: un team unito e coeso, sempre orientato verso obiettivi chiari e condivisi”, ha dichiarato il presidente di Unicredit, Pier Carlo Padoan, nel suo intervento di apertura all’assemblea degli azionisti dell’istituto.
“Negli ultimi quattro anni, sotto la guida del nostro amministratore delegato, Andrea Orcel – ha aggiunto -, abbiamo agito con fermezza e determinazione. Grazie alla sua leadership visionaria abbiamo portato a termine con successo la prima fase del piano strategico UniCredit Unlocked e superato tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati”.
Commerz e la Russia
Durante l’assemblea, che nella parte ordinariaha approvato bilancio dividendo e remunerazione con percentuali bulgare, è emersa anche la composizione dell’azionariato della banca: Blackrock detiene il 7,377% del capitale sociale, Capital Research and Management Company è al 5,163%, Fmr Llc è al 3,090%.
Nel corso della giornata, si è parlato brevemente anche dell’altra grande operazione su cui Unicredit sta lavorando negli ultimi mesi: la scalata di Commerzbank. Orcel ha spiegato che la quota di Piazza Gae Aulenti nella banca tedesca, è “totalmente coperta: abbiamo usato capitale eccedente, abbiamo investito, abbiamo speso dei soldi per coprirlo”. Rispondendo alle domande degli azionisti, il ceo ha aggiunto: “Nel momento in cui volessimo uscire ci porteremmo a casa il capitale investito più un guadagno”. I vertici della banca hanno ribadito ancora una volta che la partecipazione ha al momento le caratteristiche di “un investimento” e che nessuna decisione è stata presa sugli sviluppi futuri.
Rispondendo invece a una domanda sulla Russia, il manager ha annunciato che l’esposizione cross border di Unicredit verso Mosca “andrà a zero a settembre”. Orcel ha anche precisato che “nel ridurre l’esposizione cross border, che era di 8 miliardi all’inizio, a 300 milioni abbiamo perso solo l’11% del valore”. Il banchiere ha quindi notato che Unicredit rispetta l’ordine della Bce sulla riduzione dell’esposizione alla Russia. “Siamo dove la Bce ci ha detto di essere, anzi su crediti e depositi siamo più stretti di quello che la Bce ci ha chiesto di fare”, ha concluso.
I titoli in Borsa
In scia a Orcel, anche il mercato preferisce aspettare e vedere cosa accadrà, considerando anche che è ancora in corso il cda di Banco Bpm chiamato a decidere il dà farsi dopo il parere negativo della Bce (e dell’era) sull’applicazione del Danish Compromise all’Opa di Piazza Meda su Anima. In questo contesto, il titolo Unicredit ha chiuso in ribasso dello 0,85%, mentre le azioni Banco Bpm, dopo aver perso ieri il 4,48%, oggi segnano -0,22%. Stabile (+0,07%) a 6,945 euro il titolo Anima.
(Ultimo aggiornamento: ore 17.57 del 27 marzo)