“Condotta sleale”: è questa l’accusa che, secondo quanto riferisce l’Ansa, una ventina di Stati membri dell’Ue sono pronti a lanciare nei confronti dell’Ungheria al Coreper, il principale organo preparatorio del Consiglio composto dai capi o vice-capi delegazione dei 27 membri dell’Unione europea. Il motivo? Le missioni “di pace” in solitaria effettuate nei giorni scorsi dal presidente ungherese Viktor Orban, prima a Kiev, di seguito in Russia da Vladimir Putin e poi in Cina da Xi Jinping. In tutte e tre le occasioni, al centro degli incontri c’è stata la guerra in Ucraina. In tutte e tre le occasioni, l’Unione europea non ne sapeva assolutamente nulla.
Venti Stati Ue contro Orban
Dal 1° luglio l’Ungheria è presidente di turno dell’Ue. Le “missioni” di Orban, dunque, non solo non sono state ben viste dagli altri Stati membri, che si sono affrettati a parlare di viaggi compiuti “a titolo personale”, mentre la Commissione europea è stata costretta a chiarire in più occasioni che “Orban non ha alcun mandato per rappresentare l’Ue in queste visite”. Sulla questione sono intervenuti anche diversi capi di Stato e di Governo, esprimendo la propria contrarietà alle iniziative del presidente ungherese. Non solo, Orban, in alcune delle sue dichiarazioni a Mosca, “è andato direttamente contro le conclusioni del Consiglio Europeo” e dunque “come si concilia con il principio di leale cooperazione?” si domanda un diplomatico.
Da qui l’intenzione di accusare l’Ungheria di “slealtà”, mandando un messaggio “chiaro” riguardo alla deliberata confusione generata da Orban tra l’operare come leader di un singolo Paese e l’agire, invece, a nome della presidenza dell’Unione.
Orban, cosa ha detto la Commissione Ue
“Nessun contatto prima, nessuna spiegazione dopo”. Lo ha detto il portavoce della Commissione europea Eric Mamer a proposito del viaggio in Cina di Orban. Rispondendo alla domanda di un giornalista cinese in merito allo “scetticismo” verso il tentativo di mediazione del premier ungherese, Mamer ha sottolineato: “La mediazione per definizione richiede due parti e nessuna delle due parti, né l’Ucraina né la Russia, gli ha chiesto di mediare”.
L’affondo di Weber contro il gruppo dei Patrioti
Intanto, il capogruppo dei popolari Manfred Weber, rispondendo ad una domanda sulla permanenza del cosiddetto cordone sanitario europeo al gruppo dei Patrioti, nella prossima legislatura, ha detto: “Chiunque sia eletto in questo Parlamento dai cittadini europei ha il diritto di lavorare come tutti gli altri e questo deve essere garantito, ma un’altra cosa sono i ruoli in cui si rappresenta questa istituzione. Coloro che vanno contro il progetto europeo come Viktor Orban ad esempio, che ha detto che vuole smantellare il Parlamento europeo, ebbene, queste persone non possono rappresentare quest’istituzione”.