Insieme a Steve Jobs e a Bill Gates è stato uno degli eroi della Silicon Valley, ma ora ha deciso di fare un passo indietro. Dopo aver compiuto 70 anni, di cui 37 passati alla guida della sua creatura, Larry Ellison ha lasciato ieri la carica di amministratore delegato di Oracle, il colosso dei software da lui co-fondato nel 1977.
Non si tratta però di un ritiro vero e proprio: Ellison conserverà il ruolo di presidente esecutivo e di direttore finanziario, mentre sulla poltrona di Ceo sarà sostituito dagli attuali co-presidenti, Mark Hurd e Safra Catz, che quindi diventeranno anche co-ad.
Il padre di Oracle era uno degli ultimi fondatori-Ceo dei gruppi pionieri nel settore dell’hi-tech, dopo il ritiro di Bill Gates avvenuto quasi 10 anni fa e la scomparsa di Steve Jobs nell’ottobre del 2011.
Ellis è anche considerato un guru della tecnologia, avendo predetto nel 1995 la fine dell’era dei personal computer e in seguito il passaggio ai network computer, collegati attraverso la rete. E’ stato inoltre uno degli amministratori delegati più pagati di sempre: solo nell’anno fiscale 2013 ha incassato qualcosa come 76,9 milioni.
La decisione di Ellis, tuttavia, arriva in un momento molto delicato per il gruppo. Proprio ieri Oracle ha pubblicato i conti del primo trimestre fiscale: nel periodo terminato il 31 agosto, la società ha registrato profitti per 2,18 miliardi di dollari, in ribasso dello 0,3% dai 2,19 miliardi messi a segno nello stesso periodo dell’anno scorso.
Al netto di voci straordinarie, gli utili per azione sono passati a 62 da 59 centesimi, sotto le stime del gruppo (62-66 centesimi). I ricavi, invece, sono cresciuti del 2,7%, a 8,596 miliardi di dollari, meno del +4-6% atteso dalla società.