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Ora Steinbrück strizza l’occhio anche agli euroscettici. E se la prende con Draghi

Il candidato socialdemocratico alla Cancelleria, il (debole) avversario della Merkel, non sa più come recuperare i quindici punti che lo dividono nei sondaggi dall’avversaria, forte della sua “forza tranquilla” – Alla fine tenta la carta dell’euoscetticismo per recuperare consensi e attacca a sorpresa la politica di Draghi alla Bce

Ora Steinbrück strizza l’occhio anche agli euroscettici. E se la prende con Draghi

Dall’inizio della sua campagna elettorale, avvenuto nell’autunno dello scorso anno, Peer Steinbrück, il candidato socialdemocratico alla Cancelleria, ha azzeccato ben poche mosse. Forse l’unica, almeno dal punto di vista di un politico che deve cercare di offrire un’alternativa radicale alla “forza tranquilla” e popolare della signora Merkel, risale proprio ad un anno fa, quando al Bundestag riuscì nell’intento di mettere nell’angolo la Cancelliera, attaccandola sulla gestione della crisi.

Allora sembrava che l’SPD dovesse abbracciare proposte di politica europea più in sintonia con quelle degli altri partiti progressisti europei. Steinbrück arrivò persino a definire la Cancelliera una degna epigona di Heinrich Brüning, il Cancelliere della Repubblica di Weimar che, avendo lungamente sostenuto politiche di austerità tra il 1930 e il 1932, gettò la Germania nella depressione.

Oggi Steinbrück ha smesso i panni, che gli stavano invero molto stretti, del socialdemocratico anti-Merkel. Dopo aver virato bruscamente a sinistra nel tentativo di sottrarre voti all’estrema sinistra, ora l’ex Ministro delle Finanze sterza nuovamente al centro, nella speranza di poter almeno rimediare un posto di governo in una nuova grande coalizione. Benché abbia negato di avere in mente una riedizione dell’alleanza rosso-nera del 2005, le sue affermazioni più recenti lasciano trasparire un’apertura netta ai democristiani. Tra queste rientra anche la dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa Reuters mercoledì scorso. “Con tassi così bassi, l’inflazione sta rosicchiando i risparmi e gli investimenti di migliaia di tedeschi. Ho molti dubbi che la strategia di Mario Draghi di mantenere un tasso d’interesse così basso sia sensata”, ha detto Steinbrück, suscitando lo stupore di chi, a sinistra, non si sarebbe mai sognato di attaccare Draghi in un momento così delicato della crisi dell’Eurozona.

Il paradosso è insomma che la signora Merkel è tra i principali sostenitori del presidente della BCE, mentre l’SPD, quasi quindici punti indietro nei sondaggi, tenta di strappare qualche facile applauso (difficilmente qualche voto) tra gli elettori più imbufaliti con la politica dell’eurosalvataggio portata avanti, pur tra mille incertezze, dalla Cancelliera. Come ha sostenuto in più occasioni l’editorialista del settimanale Der Spiegel, Wolfgang Münchau, il partito socialdemocratico avrebbe dovuto puntare ad una radicale critica della lettura della crisi data dalla Cancelliera. Al contrario, condizionata da un’opinione pubblica sempre più diffidente, l’SPD ammicca ora anche all’elettorato euroscettico.

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