Renzi non fa festa, ma si vede chiaramente che il risultato delle elezioni lo ha riempito d’orgoglio e di felicita’. Gli italiani,come spesso e’ avvenuto nei momenti cruciali, non si lasciano fuorviare dal chiacchiericcio televisivo ne’ dalle astruse elucubrazioni dei cosi’ detti esperti di cose politiche, e vanno al sodo. Di fronte alla prospettiva di mandare a casa l’intera classe dirigente tramite la carnevalata dei processi di piazza, e di staccarci dall’Europa, rischiando di somigliare sempre di piu’ ai paesi del Sud del Mediterraneo, hanno scelto la strada del cambiamento gestito da una persona che ha dimostrato di capire la politica ma anche di essere ben determinato ad usare tutte le astuzie del potere per arrivare, senza ghigliottine o riti plebei ,ad un risultato positivo per tutti. Renzi insomma ha convinto gli elettori a concedergli la forza politica ed il tempo necessario per rimettere a posto la macchina istituzionale e burocratica italiana.
Non solo, ma molti cittadini sembrano aver ben compreso il ruolo che il miglioramento delle aspettative, cioé della fiducia nelle nostre potenzialita’, puo’ giocare nel rendere piu’ facile e piu’ rapido il nostro cammino riformatore. Ieri, ad esempio, il presidente dell’ eurogruppo Dijesselbleom, ha detto con chiarezza che occorre trovare il modo di collegare il varo delle riforme con maggiori margini di spesa per i paesi che appunto danno garanzie sull’avanzamento del processo riformatore. Insomma domenica gli italiani hanno finalmente mandato un messaggio chiaro ai nostri partners: vogliamo riprendere il nostro ruolo sui mercati internazionali ed ai tavoli dove si decide la strategia comune. Era ora!
Inoltre la vittoria del Governo, che vuol dire stabilita’ politica in Italia, sara’ decisiva per superare le ultime resistenze tedesche e consentire a Mario Draghi di varare il prossimo 5 giugno una serie di misure ” non convenzionali ” per cercare di contenere la forza del cambio dell’Euro, e permettere alle banche di aumentare la propria capacita’ di concedere credito all’economia. Infatti, al di la’ delle chiacchiere da campagna eletorale, e’ ormai chiaro alla maggioranza dei cittadini che finche’ le banche non saranno risanate, non ci potra’ essere ripresa dell’economia.
Ora il compito del Governo e’ chiaro. Non potra’ perdere tempo nel fare le riforme piu’ volte annunciate. Come Renzi stesso ha sottolineato in conferenza stampa, occorre portare a termine la riforma del mercato del lavoro, e quella del fisco. In entrambi i casi c’e’ da augurarsi che Renzi sappia fare tesoro degli errori della Fornero che di compromesso in compromesso ha varato una riforma del mercato del lavoro che ha peggiorato le cose. Quindi occore si’ fare una riforma, ma deve essere chiara e facilmente applicabile, altrimenti si rischia di fare ulteriori danni. Analogo ragionamento per l’attuazione della delega fiscale. A meta’ giugno dovrebbe essere varata la riforma della PA e questo sara’ certamente un passaggio cruciale. Poi c’e’ la necessita’ di far fare visibili passi in avanti alla riforma del Senato ed a quella di revisione dei poteri delle Regioni. Infine c’e’ la Giustizia che uno dei principali ostacoli all’arrivo di investimenti dall’estero. Si tratta di riformare sia il funzionamento della macchina, una delle piu’ lente del mondo, sia molte norme che consentono interpretazioni totalmente difformi che ingenerano nei cittadini e nelle imprese una totale incertezza del diritto. La carne al fuoco e’ molta. E sarebbe necessario anche aggiungere una piu’ decisa azione per la cessione di aziende pubbliche, specie quelle controllate dagli enti locali che sono una fonte di sprechi e terreno di scorrerie clientelari.
Poi c’e’ l’ Europa. L’Italia e’ l’unico paese, con la Germania, che ha sonfitto l’ euroscetticismo. Bisogna fare molto a Bruxelles, anche se sarebbe saggio puntare su obiettivi realistici e non su lunghe e difficoltose revisioni dei trattati con il rischio di aprire conflitti paralizzanti tra i vari paesi. All’Euro,come detto, dovrebbe pensarci Draghi, quindi basterebbe un po’ piu’ di elasticita’ nella politica fiscale.
Il quadro politico dovrebbe ora aiutare il Governo. Gli italiani hanno dato a Renzi un mandato pieno per operare. Nel suo partito lo spazio per gli oppositori si e’ molto ridotto. Berlusconi non dovrebbe sganciarsi dal tavolo delle riforme. E poi, forse, potrebbero esserci sorprese tra i deputati grillini e quelli di Sel.
In definitiva si puo’ ben dire a Renzi: gli italiani ti hanno dato la bicicletta che volevi, ora pedala!