Ora l’opposizione vuole andare fino in fondo. Dopo lo scivolone della maggioranza, che ieri è stata clamorosamente bocciata a Montecitorio sulla legge di bilancio, il centro sinistra non ci sta ad archiviare l’episodio come un incidente di percorso (Berlusconi dixit). Vuole dare un segnale forte di discontinuità, rendere chiaro al Paese e al Quirinale che qualcosa si è rotto.
E, per farlo, sceglie la via della protesta. Si comincia questo pomeriggio, con il Pd che – su ordine di Franceschini – diserta in blocco le Commissioni della Camera. Ma il piatto forte, a quanto pare, arriverà domattina. Sembra infatti che democratici, Udc e Idv abbiano in mente di darsi alla macchia e non presentarsi nemmeno in Aula alle 11, quando il premier chiederà l’ennesimo voto di fiducia al Parlamento, che si terrà venerdì.
Le riserve saranno sciolte oggi alle 19 nella sede dell’Udc, dove tutte le forze di opposizioni riunite illustreranno i piani belligeranti. Insomma, si profila una sorta di mini secessione dell’Aventino, come qualcuno l’ha già imprudentemente ribattezzata. Forse è bene ricordare che, a quei tempi, non ci fu esattamente un lieto fine.