Le opere d’arte incompiute hanno un loro fascino, ma le opere pubbliche incompiute sono solo uno spreco di denaro. In Italia il conteggio dei cantieri fuori corso arriva oggi a quota 267. Il dato è fornito dal ministero delle Infrastrutture, che sul suo sito internet pubblica una vera e propria anagrafe dedicata ai lavori pubblici mai conclusi.
Istituito con il decreto Salva-Italia e attuato quest’anno, l’elenco non è solo una sterile rassegna di fallimenti. Ha degli obiettivi chiari, peraltro ambiziosi: partendo dall’anagrafe, lo Stato punta a stabilire le cause dell’interruzione dei lavori, indicare le priorità e provare a chiudere almeno i cantieri più importanti.
La lista distingue le diverse opere a seconda che abbiano interesse nazionale o locale. Il paradosso è che proprio l’anagrafe delle opere incompiute risulta a sua volta incompiuta: mancano infatti tutte le opere lasciate a metà in Sicilia, Lombardia, Trentino, Emilia Romagna e Sardegna.
D’altra parte, i dubbi sulla completezza del lavoro svolto nelle altre regioni non mancano. In Campania, ad esempio, sono segnalate solo due opere da completare. Entrambe a Calvi Risorta, paesino del casertano con meno di seimila abitanti.
Qui gli elenchi suddivisi per regione.