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Opere pubbliche: i soldi ci sono ma i cantieri restano chiusi

Malgrado la disponibilità di finanziamenti pubblici, i costruttori dell’Ance denunciano il fatto che i cantieri non ripartono e non si riesce a realizzare il programma di opere pubbliche previste – Pioggia di segnalazioni sul sito www.sbloccacantieri.it – Nuovo codice appalti sotto accusa ma per Cantone (Anac) la causa dello stallo non sta nelle nuove regole ma nell’incapacità di applicarle

Opere pubbliche: i soldi ci sono ma i cantieri restano chiusi

“Il 2017 è stato il decimo anni di crisi per le costruzioni, nonostante il cospicuo aumento di risorse messe a disposizione dagli ultimi due governi.” E’ quanto affermato da Gabriele Buia, presidente Ance, l’ Associazione Nazionale Costruttori Edili, e confermato dai fatti: un aumento degli impegni di spesa per le opere pubbliche pari al 23% nell’ultimo anno ed una diminuzione della spesa reale del 3%.

Dunque i finanziamenti ci sono, ma non riescono a concretizzarsi e questo emerge chiaramente dalla campagna contro i ritardi infrastrutturali nazionali in cui l’associazione si sta attivando. Sul sito sbloccacantieri.it si arriva anche a venti segnalazioni di ritardi al giorno.

Per l’Ance il problema risiede nel nuovo codice appalti dove le procedure di gara sarebbero state gravemente appesantite dai nuovi obblighi, al punto tale che i commissari preferiscono sottrarsene per non incorrere nel rischio di pesanti sanzioni. Il sistema è infatti notevolmente cambiato.

L’amministrazione pubblica attualmente deve presentare progetti esecutivi decisamente più dettagliati di prima e deve giudicare gli appaltatori sulla base di parametri che vanno al di là del semplice prezzo di offerta. In risposta a tali disposizioni le sedi appaltanti dovrebbero ridursi, radunarsi in poche grandi unità e lavorare sull’efficienza.

Ma i Comuni sembrerebbero essere meno che pronti ad un tale cambiamento: le risorse umane sono carenti e le tecniche non rispondono adeguatamente al grado di difficoltà che presentano tali progetti .

Se da un lato la procedura, con delibere e contenziosi, potrebbe risultare gravosa, dall’altro manca un’adeguata competenza a portala avanti. In altri termini se le opere si fermano potrebbe essere perché non si ci sia nessuno che sia effettivamente in grado di progettarle.

C’è chi, come Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, ritiene che il problema non risieda nelle nuove regole, ma nell’incapacità di applicarle.

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