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Open Fiber porta l’ultra fibra nella terra dello spumante

La società guidata da Elisabetta Ripa porta la fibra FTTH ad Asti – Firmata connessione con il Comune

Open Fiber porta l’ultra fibra nella terra dello spumante

Open Fiber ha investito 10 milioni per connettere alla banda ultra larga 28mila immobili di Asti.

La società ha firmato una convenzione con il Comune che consentirà alla città dello spumante di compiere dei passi avanti verso la connessione in modalità FTTH (Fiber To The Home, ossia fibra fino a casa), che consentirà di navigare a una velocità di connessione sul web fino a 1 Gigabit al secondo.

L’accordo è stato presentato questa mattina, nel corso di una conferenza stampa presso la Sala Giunta del palazzo municipale, alla presenza del sindaco, Maurizio Rasero, dell’Assessore alle Infrastrutture, Stefania Morra, del Regional Manager di Open Fiber per il Piemonte Sud e la Liguria, Giovanni Romano Poggi, e del Field Manager che seguirà il progetto per la città di Asti, Carlo Gestro.

Scendendo nei dettagli, la convenzione stabilisce le modalità di scavo e ripristino per la posa della fibra ottica, come previsto dal decreto ministeriale del 2013. “Open Fiber utilizzerà, ove possibile, cavidotti e reti sotterranee o aeree già esistenti per limitare il più possibile gli eventuali disagi per la comunità. Gli scavi saranno effettuati privilegiando modalità innovative e a basso impatto ambientale. Le lavorazioni per realizzare i 150 chilometri complessivi di infrastruttura in tutta la città sono già cominciate, e il piano di cablaggio si concluderà al massimo entro 18 mesi. Saranno stesi complessivamente 16mila chilometri di fibra ottica”, si legge nel comunicato della società.

“Tra i fattori che possono decretare il successo di un progetto – ha spiegato Giovanni Romano Poggi di Open Fiber – c’è senza dubbio la sinergia con l’Amministrazione comunale. Nel caso di Asti, abbiamo avvertito distintamente l’interesse verso il nostro piano, e stiamo ricevendo grande supporto anche dall’ufficio tecnico, pienamente coinvolto nella pianificazione dei nostri interventi. Grazie a questa collaborazione, cercheremo di rendere i lavori poco invasivi riutilizzando infrastrutture già esistenti per circa il 40% dello sviluppo complessivo dell’opera”.

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