La fibra ottica sfida il terremoto. E Open Fiber, non a caso, ha scelto Campli, vicino a Teramo in Abruzzo, come Comune-simbolo della ripresa post-sisma, per aprire uno dei cantieri del bando Infratel che porteranno banda ultralarga in fibra ottica in oltre tremila cittadine italiane a minor appeal concorrenziale.
“Campli è uno dei comuni colpiti dal sisma dell’anno scorso. In queste aree dobbiamo far fronte all’emergenza, ripristinare la bellezza antica, ma anche impegnarci per il futuro: per questo è importante il lavoro di Open Fiber affinché anche qui arrivi la fibra ottica. Guardiamo al domani per rendere forti le aree colpite dal terremoto. La banda ultralarga deve diventare un servizio universale e che ci aiuterà a rendere i cittadini italiani tra loro più uguali come è stato nel secolo scorso per le autostrade e l’energia elettrica”. Con queste parole il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha inaugurato il cantiere scelto per rappresentare tutti i territori colpiti dal terremoto dell’ottobre 2016.
E riparte da qui il lavoro di Open Fiber (OF), la società 50% Cassa depositi e prestiti (Cdp) e 50% Enel che si occupa di realizzare i progetti dell’Agenda digitale italiana per la banda ultralarga e che ha vinto il primo e il secondo bando Infratel per la cablatura delle zone a fallimento di mercato.
A Campli, in particolare, prende il via il cantiere relativo al primo bando, che interessa 3.043 comuni in sei regioni: Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Molise, Toscana e Veneto. Il piano prevede il cablaggio di circa 4.6 milioni di unità immobiliari, coinvolgendo 6.4 milioni di cittadini e oltre 500mila sedi di imprese e di Pubbliche Amministrazioni. La rete sarà data in concessione ad Open Fiber – che ne gestirà anche la manutenzione – per 20 anni e rimarrà di proprietà pubblica.
Quanto al secondo bando di gara Infratel, riguarda 3.710 comuni di 10 Regioni (Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia) più la Provincia di Trento, per un totale di circa 4.7 milioni di unità immobiliari e 6.8 milioni di cittadini coinvolti.
Il progetto complessivo interessa dunque 6.753 comuni: non sono ancora coinvolte le Regioni Calabria, Puglia, Sardegna, che saranno oggetto di un terzo bando di gara Infratel.
“Sono 26 i cantieri già avviati e a metà del 2018 avremo 500 cantieri aperti. A fine anno riusciremo a collegare 2,4 milioni di unità immobiliari attraverso una rete che arriva nella casa degli utenti“, ha spiegato Tommaso Pompei, Ad di Open Fiber. “Abbiamo già posato 4 mila km di fibra e abbiamo contratti con 32 operatori. Nei cluster A e B, quelli in cui gli operatori investono, copriremo 271 città entro il 2022, per un totale di 9,5 milioni di unità immobiliari, mentre nei cluster C e D, quelli a fallimento di mercato, ci siamo aggiudicati i due bandi Infratel e cableremo altre 9,3 milioni di unità immobiliari in 36 mesi. Gli investimenti totali ammontano a 6,5 miliardi, di cui 2,7 pubblici. Si tratta della più grande realizzazione europea nel campo delle infrastrutture di rete”.
Secondo Franco Bassanini, presidente di OF, “nei prossimi anni fibra e 5G faranno la differenza, ma l’infrastruttura sarà la stessa. E questa infrastruttura sarà decisiva soprattutto per le aree interne, quelle al di fuori delle grandi aree metropolitane. La fibra è il futuro perché permetterà di lavorare da remoto e consentirà lo sviluppo delle startup e del cloud, che dà affidabilità e sicurezza. Il governo con questa scelta ha scommesso sul futuro del paese, che può e deve essere all’avanguardia. Quando il progetto fu lanciato ci furono molte critiche: credo che oggi i critici debbano fare autocritica. A Campli la fibra arriverà prima che in alcuni quartieri di Roma”.