Open Fiber (OF) mette a segno un accordo importante con Acea per portare l’ultrafibra a Roma. I due gruppi hanno siglato giovedì un memorandum of understanding con l’obiettivo, ha spiegato l’Ad di Open Fiber Tommaso Pompei, di collegare 1,2-1,3 milioni di abitazioni in 4-5 anni con un target di investimento di circa 400 milioni di euro.
Il Memorandum, spiega una nota, durerà sino al 31 dicembre 2017 e prevede che Acea sia fornitore di infrastrutture. Il gruppo elettrico che distribuisce l’elettricità a Roma e che ha appunto il monopolio della rete locale (acquisito proprio da Enel quando è stata avviata la liberalizzazione del mercato) si impegna a rendere disposnibili “i dati cartografici e il supporto necessario all’individuazione delle infrastrutture per la realizzazione della rete. Acea potrà contribuire anche alla realizzazione fisica della rete”, spiega il comunicato diffuso dai due gruppi.
Open Fiber spetterà individuare l’architettura di rete e, qualora Acea manifesti interesse, fornire le specifiche tecniche per la progettazione e la realizzazione delle opere; fornire servizi di rete e commerciali ad Acea in modalità wholesale (come la locazione di porzioni di rete, di collegamenti e di servizi attivi); assicurare il passaggio del know-how tecnico e tecnologico a favore di Acea funzionale allo sviluppo dei propri servizi (telecontrollo degli impianti e/o servizi di tipo Smart City).
Qualora Acea lo richieda, le parti potranno costituire una società, a maggioranza Acea, per lo sviluppo di progetti nell’ambito “Smart City”.
L’accordo in sostanza pone le premesse perché OF possa portare la fibra (Ftth) dentro le case dei romani passando dai contatori elettrici. E’ lo stesso progetto da cui OF (di cui Enel e Cdp sono azioniste con il 50% ciascuna) è partita inizialmente facendo conto sulla rete di distribuzione Enel e che è poi proseguito prescindendo dalla sostituzione dei contatori elettrici digitali di seconda generazione. Non c’è dubbio, tuttavia, che il contatore sia una porta di ingresso ideale per raggiungere le abitazioni senza contare le la fibra consente non solo al gestore telefonico ma anche a quello elettrico (in questo caso Acea) di offrire servizi avanzati sia di misurazione (smart meter) che di domotica. Cioè appunto i servizi legati alle cosiddette “smart city”.
È infine previsto un impegno reciproco delle parti a non avviare discussioni con terzi per tutta la durata del Mou.
Open Fiber procede dunque nel suo piano per la realizzazione di una rete in fibra ottica ultraveloce in concorrenza con Tim. Concorrenza che ha portato ad un vero e proprio scontro sulle aree bianche, quelle a fallimento di mercato. OF si è infatti aggiudicata i due primi bandi di Infratel. La società, di cui è presidente Franco Bassanini, sta inoltre portando avanti i suoi programmi anche nelle zone nere, quelle più ricche dove maggiore è la competizione fra operatori.
Secondo le indiscrezioni raccolte da Bloomberg, infine, Sky avrebbe avviato trattative con Open Fiber per il lancio di un servizio ad alta velocità su banda larga da offrire tra i pacchetti premium, cercando così di scuotere un mercato dominato da Telecom Italia. Se il negoziato risulta ancora confinato in una dimensione confidenziale, l’obiettivo sarebbe di raggiungere un accordo in ottobre e a quel punto Sky potrebbe avviare nei primi tre mesi del 2018 la nuova offerta in Italia, simile a quella che è già in vigore nel Regno Unito. In UK Sky ha spinto con politiche commerciali aggressive la sua presenza su Internet per contrastare l’avanzata di Netflix e Amazon. In gennaio ha riferito di aver raggiunto oltre 6 milioni di clienti su Internet il 27% dei quali connesso in fibra ottica.
L’operazione Sky-Open Fiber arriva mentre Tim è sotto osservazione, da parte del governo italiano, per la presenza di Vivendi come socio di riferimento con il 23,9% e dopo le tensioni sulla partita Fincantieri-Stx. Vivendi ha in mente un progetto di conversione tv-internet e non è esclusa la creazione di una pay tv che metta insieme Tim e Canal +.