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Opa KKR più lontana e Tim cade in Borsa, le Generali invece salgono

Il mercato percepisce che l’Opa progettata dal fondo americano KKR su Tim si allontana e il titolo scivola bruscamente a Piazza Affari – I passi avanti nella long list di Generali premiano invece il titolo della compagnia triestina – Tutte in rosso le Borse, spiazzate dal rialzo dei rendimenti dei bond – Petrolio super

Opa KKR più lontana e Tim cade in Borsa, le Generali invece salgono

Vola il petrolio, risale il dollaro e i titoli di Stato americani sono in svendita, con conseguenti rendimenti in rialzo. Le Borse soffrono così la concorrenza dei bond e chiudono negative in Europa, mentre Wall Street, dopo il lungo fine settimana, riapre i battenti in profondo rosso.

PIAZZA AFFARI ANCORA ZAVORRATA DA TIM

Piazza Affari chiude con un ribasso dello 0,74% a 27.483 punti base, ancora zavorrata da Telecom (-3,2%) mentre si allontana l’ipotesi di Opa del fondo americano Kkr. Oggi il direttore generale Pietro Labriola, in pole position per diventare ad, dovrebbe aver illustrato ai consiglieri le linee guida del nuovo piano industriale triennale. La prospettiva è quella di una scissione di Tim in due società entrambe quotate, una per la rete (NetCo) e una per i servizi (ServiceCo), per facilitare la fusione con Open Fiber, che ad ogni modo avrebbe tempi lunghi. Passa così in secondo piano la manifestazione d’interesse di Kkr e quindi crolla l’appetito speculativo sul titolo, tanto più dopo il downgrade di Exane. Pesa, inoltre, lo sbarco di Iliad nella rete fissa. Scrive Intesa sul daily: il lancio odierno dell’offerta di linea fissa di Iliad “è destinato ad aumentare ulteriormente la pressione competitiva sul segmento dei servizi di rete fissa in Italia”.

Più baldanzoso l’altro titolo al centro di grandi manovre in queste settimane: Generali, che dopo la debolezza della vigilia oggi si apprezza dell’1,48%, con la partita per il controllo che si fa sempre più interessante dopo le dimissioni di Caltagirone e Bardin dal board. Una mossa che svincola i “pattisti”, Caltagirone e Del Vecchio, da eventuali comunicazioni al mercato per un incremento di quote che li avvicini al 20% (oggi il patto che lega i due imprenditori e Fondazione Crt detiene il 16,133% del capitale).

Il Sole 24 ore riferisce inoltre di voci relative ad altre dimissioni, che chiamano in causa questa volta Sabrina Pucci, il cui nome sarebbe associato (ma impropriamente) a Fondazione Crt. “A quanto risulta poche ore prima dell’inizio del consiglio di amministrazione delle Generali, chiamato ad esaminare una serie di punti chiave, tra i quali soprattutto la long list per la nomina del futuro board, Pucci avrebbe deciso di comunicare il proprio addio al comitato nomine della compagnia”. Comitato che, in questa fase “svolge, evidentemente, un ruolo centrale e se così fosse si ritroverebbe ad essere quasi dimezzato nei suoi componenti. Lo scorso settembre erano sette i membri dell’organo ristretto mentre allo stato attuale, considerato che anche Caltagirone e Bardin ne facevano parte, si sarebbe scesi a quattro”.

Sul Ftse Mib sono forti anche oggi alcuni titoli legati al petrolio, in particolare Tenaris +2,09% ed Eni +0,44%, mentre Saipem cede il 2,7%. Timida Stellantis, -0,24%, nel primo compleanno dal debutto in Borsa dopo l’unione di Fiat e Peugeot con il titolo che si è ampiamente apprezzato nel corso di questi 12 mesi.

La blue chip peggiore è Diasorin -3,3%, dopo la buona performance di ieri. Male anche Prysmian -2,77%, Banca Generali -2,68%, Buzzi -2,55%.

Nel resto d’Europa sono in rosso Francoforte -1,01%; Parigi -0,94%; Madrid -0,66%; Londra -0,59%. Particolarmente penalizzata Amsterdam -1,49%, la piazza più “tecnologica” nel Vecchio Continente.

PESANTE WALL STREET, CROLLA GOLDMAN SACHS 

Il ritorno sulle scene è pesante per Wall Street, che viaggia con i tre indici principali in netto ribasso, a partire dal Nasdaq. Sul Dow Jones pesa il crollo di Goldman Sachs, che ha deluso le attese con utili in calo nel quarto trimestre 2021 a causa della debole attività di trading, anche se i risultati annuali sono stati sostenuti da forte attività di M&A.

Le vendite colpiscono anche Microsoft, -1,54%, che acquisterà il colosso dei videogiochi Activision Blizzard per 68 miliardi di dollari. Brinda alla prospettiva Activision, che è il titolo migliore sullo S&P 500 con un rialzo superiore al 27%. Per Microsoft è l’acquisto più grande di sempre e viene fatto nella prospettiva di mettere un piede nello sviluppo delle piattaforme del metaverso, possibile nuovo Eldorado dei big tecnologici.

SALGONO I RENDIMENTI DEI TITOLI DI STATO

Prosegue il movimento in atto di un rialzo dei tassi dei titoli di Stato Usa (ma anche nella zona euro), a seguito delle previsioni di tre o più correzioni del costo del denaro da parte della Fed a partire da marzo. Il titolo a due anni supera l’1% per la prima volta dal febbraio del 2020 e quello del decennale (+1,84%) è ai massimi dal gennaio 2020, ai livelli pre pandemia.

Sul secondario italiano sale lo spread e il decennale tricolore tocca un tasso di +1,31%, contro -0,06% del Bund in linea con la chiusura di ieri. Il differenziale cresce così a 137 punti base (+0,93%).

DOLLARO E PETROLIO IN RIALZO

Sul mercato valutario torna la voglia di super dollaro e l’indice del biglietto verde segna un progresso superiore allo 0,5%. Soffre di conte l’euro con il cambio che retrocede a 1,133.

Il petrolio viaggia ai massimi da sette anni, con un occhio alla pandemia da Omicron, che non sta intaccando la domanda di oro nero e l’altro alla crisi in atto nel Golfo Persico.

Il Brent mostra un progresso dello 0,9% a 87,26 dollari al barile; il Wti +0,85%, 85,01 dollari.

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