Entra nel vivo l’Opa lanciata da Crédit Agricole Italia su Creval. A una settimana dalla conclusione del periodo d’offerta, prevista per il 21 aprile, cominciano ad arrivare le partecipazioni più importanti.
Ieri, martedì 13 aprile, le richieste di adesione sono state 10,6 milioni a fronte delle circa 10mila richieste presentate nei giorni precedenti. Complessivamente le adesioni hanno raggiunto quota 10.671.354, pari al 15,59% del totale oggetto dell’offerta pubblica d’acquisto.
Secondo le indiscrezioni, ad aderire all’Opa sono state Credit Agricole Assurances, titolare di una quota pari al 9,8% del capitale, e il fondo Algebris di Davide Serra, che possiede il 5,4% del capitale. Entrambe le società avevano già annunciato la loro intenzione di partecipare all’offerta.
LE PUNTATE PRECEDENTI
L’opa di Crédit Agricole Italia su Credito Valtellinese è stata lanciata lo scorso 23 novembre ed è partita il 30 marzo. Ci sarà tempo fino al 21 aprile, salvo proroghe, per aderire. L’offerta valuta Creval 10,5 euro per azione, con un premio del 21,4% rispetto al prezzo del titolo Creval di venerdì 20 novembre (8,7 euro) e del 53,9% rispetto alla media ponderata per i volumi scambiati dei prezzi registrati negli ultimi sei mesi precedenti all’offerta pubblica. L’esborso massimo previsto è pari a 735 milioni di euro. Quando l’operazione sarà completata Crédit Agricole Italia avvierà la fusione per incorporazione del Credito Valtellinese per integrare le due attività.
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IL PREZZO
Il 29 marzo, vale a dire il giorno precedente all’avvio dell’Opa, le azioni del gruppo di Sondrio avevano raggiunto un valore pari a 12 euro e al 14 aprile il prezzo è fermo a quota 12,31 euro. Il mercato attende fiducioso un possibile rilancio sul prezzo ed è per questo che molti investitori stanno aspettando gli ultimi giorni d’offerta per decidere il da farsi. Ma non è affatto detto che il ritocco del prezzo ci sia veramente.
Due settimane fa, dopo che il cda di Creval ha definito “non congruo” il prezzo offerto da Crédit Agricole, il numero uno della banca, Luigi Lovaglio, ha ammesso la forte “valenza strategica” della possibile fusione, ma ha chiesto ai francesi di valorizzare “gli elementi distintivi di Creval”. Tradotto: se Crédit Agricole aumentasse il prezzo d’offerta, cosa che per il momento non sembra intenzionata a fare, non ci sarebbe più alcun ostacolo alle nozze.
Ieri, Dgfg, la holding dell”imprenditore francese Denis Dumont, che controlla il 6,15% del Creval, ha ribadito lo stesso concetto. La società, pur sottolineando di non essere “contraria ad operazioni di M&A”, ha rilevato che “il prezzo offerto non è adeguato al valore attuale e prospettico” della banca, invitando l’Agricole a rivedere la cifra offerta. Dumont si è inoltre detto pronto a “consentire” al Credito Valtellinese “di cogliere, senza ostacoli, nuove ed ulteriori opportunità”, in “caso di mancata revisione dell’offerta” da parte del Crédit Agricole “e di mancato successo dell’Opa”.
IL RINNOVO DEL CDA
In attesa di possibili novità, il vertici di Creval lanciano un ramo d’ulivo a Crédit Agricole. I francesi avevano infatti chiesto di rinviare a data da destinarsi la nomina del board in programma nell’assemblea del 19 aprile, due giorni prima della fine del periodo di Opa. Qualche giorno fa la banca di Sondrio ha deciso di accogliere la proposta. La prossima settimana, all’ordine del giorno dell’assemblea ci sarà la sospensione della nomina del nuovo board almeno sino al termine dell’Opa in corso.