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Opa bancarie: l’imbarazzante processione dei banchieri a Palazzo Chigi. Chi decide sulle scalate? La politica o il mercato?

La sfilata di banchieri a Palazzo Chigi ha l’obiettivo di rassicurare il Governo che le scalate non hanno intenzioni ostili e non pregiudicano la difesa del risparmio degli italiani ma in realtà è l’uso disinvolto del Golden power da parte dell’Esecutivo che preoccupa il mondo della finanza

Opa bancarie: l’imbarazzante processione dei banchieri a Palazzo Chigi. Chi decide sulle scalate? La politica o il mercato?

In vista degli appuntamenti cruciali per le cinque Opa bancarie, che rendono la finanza italiana elettrica come non si vedeva dalla fine degli anni ’90, si sussegue la processione dei banchieri a Palazzo Chigi, con la sola eccezione del Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina che, non essendo interessato dal risiko bancario, non ha nulla da dire o da chiedere al Governo.

A Palazzo Chigi c’è invece andato il Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, poi quello del Banco Bpm, Giuseppe Castagna, quindi il Presidente di Credit Agricole Italia, Giampiero Maioli con il vice Ad, Jerome Grivet, e, non certo da ultimi, il Ceo di Generali, Philippe Donnet e il presidente della compagnia, Andrea Sironi. Non risulta che abbiano incontrato ufficialmente la premier Giorgia Meloni ma solo alti funzionari della Presidenza del Consiglio oltre al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nella sede del Mef.

Risiko bancario: Governo arbitro o giocatore?

In vista di operazioni che possono rivoluzionare la finanza italiana non c’è nulla di strano che i vertici delle maggiori banche e assicurazioni informino e dialoghino con il Governo. Ma il punto è un altro ed è che il ruolo non solo di arbitro ma di giocatore del Governo (vedi l’endorsement alla scalata di Mps, Caltagirone e Delfin a Mediobanca) rende inevitabilmente opachi e ambigui gli incontri dei banchieri a Palazzo Chigi o al Mef che sia. Loro malgrado, Orcel, Castagna, Donnet e Maioli, non sono andati a Piazza Colonna e a via XX Settembre solo per informare ma per rassicurare il Governo che non hanno nessuna intenzione ostile e che l’interesse nazionale, oltre a quello aziendale, è ben presente nei loro pensieri.

È il rischio che il Governo faccia un uso improprio del Golden Power a metterli sulla difensiva. Quali sarebbero i problemi di sicurezza che il Governo evoca per non intralciare il risiko? Finora non l’ha capito nessuno. Ma il destino delle Opa non dovrebbe essere nelle sole mani delle Authority di vigilanza (Bce in testa) e del mercato anziché della politica? Se fosse realmente così, ci saremmo risparmiati qualche imbarazzante scampagnata a Palazzo Chigi, ma – come si era già visto con i pasticci combinati con il Ddl Capitali il Governo non si fida del mercato. E il pericolo di fare guai è sempre dietro l’angolo.

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