Nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite passa non passa la linea dell’Egitto, ma quella dettata da Usa e Ue: nessun intervento militare in Libia, si cerca una soluzione politica. E l’Italia annuncia di essere pronta ad assumere un ruolo guida nell’iniziativa Onu. “Siamo pronti a contribuire al monitoraggio di un cessate il fuoco e al mantenimento della pace, pronti a lavorare all’ addestramento delle forze armate in una cornice di integrazione delle milizie in un esercito regolare e per la riabilitazione delle infrastrutture”, ha detto al Consiglio di Sicurezza il Rappresentante Permanente italiano Sebastiano Cardi, dopo che negli stessi termini si era espresso davanti alla Camera il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
Intanto, l’Egitto che è tornato a colpire i jihadisti dell’Is in territorio libico con un’incursione via terra, fino a Derna, e secondo alcune fonti “hanno ucciso 155 combattenti dell’Isis e ne hanno catturati altri 55”. E all’Onu il governo egiziano ha insistito affinché venga revocato l’embargo sulle armi per il governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, ovvero quello costretto ad operare da Tobruk, mentre a Tripoli la fa da padrone un governo ‘parallelo’ formato dalle milizie islamiche. La medesima richiesta era arrivata anche dallo stesso governo libico. I due Paesi hanno anche chiesto d’imporre un blocco navale lungo le coste delle area dove sono presenti i gruppi affiliati all’Is.