La variante Omicron pesa sui mercati finanziari in avvio della settimana corta in vista del Natale. A guastar gli umori contribuisce la tegola piovuta ieri sul presidente Biden: il senatore democratico Manchin decisivo per la maggioranza parlamentare del presidente, ha annunciato via tv che voterà contro il piano di interventi su scuola, sanità ed ambiente da 2 mila miliardi di dollari presentato dalla Casa Bianca. Un nuovo problema per la Casa Bianca già alle prese con la crescita di Omicron, la crisi ucraina e l’aumento dei prezzi. A seguito di questa cruciale defezione, Goldman Sachs ha tagliato le previsioni del Pil degli Stati Uniti per il primo e per il secondo trimestre.
– Treasury Note a dieci anni a 1,36%, – 3 punti base.
Il future dell’indice S&P500 è in calo dello 0,8%.
L’indice del dollaro, risalito con forza venerdì, si è portato sui massimi degli ultimi dieci giorni 96,6. Cross euro dollaro a 1,125.
LONDRA E L’OLANDA SOTTO ASSEDIO
Clima poco natalizio anche in Europa, a fronte della stretta imposta da Omicron. Nel Regno Unito si sono contati ieri altri 12.000 casi positivi al nuovo ceppo del virus, su un totale di 82.000: il ministro della Salute Sajid Javid ha affermato che per fermare la nuova ondata si ricorrerà a tutte le misure possibili, compreso l’isolamento totale.
Nuovo colpo alla leadership di Boris Johnson. David Frost si è dimesso da capo-negoziatore britannico per la Brexit citando le differenze di vedute con le posizioni del premier. Sarà la ministra degli Esteri Liz Truss a occuparsi ora della trattativa con Bruxelles.
In Olanda è entrato in vigore un semi lockdown e la Danimarca ha annunciato che chiuderà per un mese teatri, cinema e parchi divertimenti, mentre a bar e ristoranti sarà imposto un coprifuoco alle 23.
DEBOLE L’ASIA. LA CINA TAGLIA I TASSI
Debole anche l’Asia: l’indice Nikkei di Tokyo è in calo del 2,2%. Hang Seng di Hong Kong -1,3%. Kospi di Seul -1,5%. BSE Sensex di Mumbai -2%.
L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen chiude a -0,8%. La Banca centrale cinese (Pboc) ha tagliato per la prima volta in 20 mesi il Loan prime rate (Lpr), tra i tassi preferenziali offerti dalle banche commerciali alla clientela migliore e un riferimento per i tassi applicati agli altri prestiti, una misura per aumentare la liquidità. Intanto S&P ha dichiarato l’insolvenza del colosso del mattone Evergrande.
TURCHIA, LIRA IN CADUTA LIBERA
La settimana inizia con una nuova caduta della lira turca, il cambio dollaro lira tocca un nuovo record a 17,2. Stanotte il presidente della Repubblica Recep Erdogan ha anticipato altri tagli al costo del denaro.
Venerdì la Borsa di Istanbul ha interrotto gli scambi quando l’indice accusava un calo del 5% dopo l’ultimo taglio del costo del denaro.
Gabriel Boric, esponente della sinistra, ha vinto le elezioni in Cile superando largamente José Antonio Kast, esponente dell’estrema destra figlio di un ministro di Pinochet.
In calo il petrolio: WTI -3% a 68,7 dollari il barile.
ITALIA, RUSH FINALE PER LA MANOVRA
In Italia prende il via il rush finale per la Manovra che arriva in ampio ritardo sulla tabella di marcia senza avere ancora completato l’esame in Commissione Bilancio al Senato. A questo punto l’esame e il voto degli emendamenti e il successivo passaggio in aula dovrebbero avvenire questa settimana, con un passaggio meramente tecnico nel secondo ramo del Parlamento dopo Natale per ottenere il via libera prima della fine dell’anno.
DA BIELLA A WALL STREET, UNA QUOTAZIONE DA 3,2 MILIARDI
Il Made in Italy vive oggi una giornata storica a Wall Street. Debutta su listino Usa il gruppo Zegna, approdato alla quotazione attraverso una Spac promossa da Investindustrial di Carlo Bonomi, sottola regia di Sergio Ermotti. “Spero di dare un esempio sull’essere coraggiosi e orgogliosi del Made in Italy. Scegliendo New York abbiamo alzato l’asticella. Siamo pronti a partire”, ha detto Ermenegildo Zegna che manterrà il controllo della nuova entità con il 66% delle azioni. Il valore iniziale globale sarà di circa 3,2 miliardi di dollari.
DA NIKE E HEINEKEN, ULTIMI CONTI PRIMA DELLE FESTE
Sul fronte societario riflettori a Wall Street su Nike, anche per il recente sbarco del colosso delle scarpe in RFKT, start up del mondo virtuale che in soli 6 minuti ha venduto scarpe da basket per 3,1 milioni di dollari. Per “avatar”, naturalmente.
Sui listini europei spiccano i conti di Heineken: dopo la frenata dello scorso trimestre provocata dal calo delle vendite in Asia, si potrà misurare l’effetto dei nuovi lockdown in Europa.
CON IL QE VERSATI 32 MILA MILIARDI PER SOSTENERE I LISTINI
Dopo la settimana delle decisioni delle banche centrali i mercati si preparano a vivere una settimana corta, quattro sedute soltanto, condizionata dalla preoccupazione: le misure in cantiere saranno sufficienti a fermare l’ascesa dell’inflazione? E i pareri si dividono. Da una parte c’è chi (Morgan Stanley) rileva che i prezzi dell’energia sono destinati a scendere, altri (Columbia Threadneedle) prevedono un miglioramento dei commerci e la fine dei colli di bottiglia. Ma, al contrario, Goldman Sachs e BlackRock prevedono l’inflazione sopra il 4% per tutto l’anno prossimo. Bank of America fa invece notare che la stretta in arrivo è ben poca cosa rispetto al fiume di liquidità riversato sui mercati dall’inizio della pandemia: 32 mila miliardi di dollari, ovvero 800 milioni di dollari al giorno negli ultimi 20 mesi che hanno gonfiato la capitalizzazione delle Borse di 60 mila miliardi di dollari: denari che, secondo i gestori interpellati da Bofa, saranno sufficienti a sostenere crescita ed utili per il 2022.