La Serie A è di nuovo nel caos. Colpa del Covid, certo, ma anche dell’eterna querelle tra il palazzo del calcio e le Asl, giunta all’ennesimo capitolo della serie. La storia è la stessa di sempre: la Lega dice che le partite si giocano regolarmente, ma le Autorità Sanitarie Locali mettono le squadre in quarantena, impedendo di fatto lo svolgimento di qualsiasi attività sportiva. Un teatrino già visto nella scorsa stagione, quando Juventus-Napoli (già, sempre lei) diede il via a una serie di corsi e ricorsi, che portarono prima allo 0-3 a tavolino e alla penalizzazione degli azzurri, poi a recuperare la gara e a ristabilire la classifica precedente.
Questa volta però il finale potrebbe essere diverso perché il consiglio di Lega, riunitosi in serata dopo gli annullamenti di Bologna-Inter, Atalanta-Torino, Fiorentina-Udinese e Salernitana-Venezia, bloccate dalle varie Asl regionali, ha preannunciato il pugno di ferro: 0-3 a tavolino per chi non si presenta (e qui nessuna nuova), ma soprattutto ricorsi al TAR contro le Autorità Sanitarie Locali, colpevoli di ignorare le nuove disposizioni sulle quarantene emanate il 30 dicembre dal Ministero della Salute.
In sostanza: i soggetti asintomatici con booster effettuato, o con primo ciclo da meno di 120 giorni, o guariti dal Covid da meno di 120 giorni non devono sottoporsi a nessun isolamento, ragion per cui diventa difficile capire i provvedimenti delle Asl, tanto più che variano da regione a regione (quella del Veneto, tanto per fare un esempio, non ha bloccato la partenza del Verona per La Spezia nonostante ci fossero 8 positivi, mentre quella del Piemonte ha impedito al Torino di andare a Bergamo con 7).
Ieri poi si è toccato il paradosso dei paradossi, con due Asl della stessa città che hanno dato disposizioni opposte. E così il Napoli si è visto dare il via libera verso Torino dalla Asl 1, ma una volta atterrato a Caselle è stato bloccato dalla Asl 2, che ha deciso di mettere in quarantena Zielinski, Lobotka e Rrahmani: i tre, vaccinati con seconda dose più di 120 giorni fa, avrebbero avuto contatti stretti con positivi. Il caos è totale, ma al momento in cui scriviamo Juventus-Napoli non è a rischio rinvio: la presenza dei giocatori sopraccitati invece non è sicura, anche se il borsino pende verso il sì, visto che la quarantena riguarderebbe solo i contatti “civili” e non il lavoro (dunque la partita). Il match, dunque, si giocherà regolarmente, con due squadre costrette a vincere per inseguire i rispettivi obiettivi.
Il Napoli, dopo la sconfitta interna con lo Spezia, non può più sbagliare, tanto più che perdere a Torino non significherebbe solo abbandonare il sogno scudetto, ma anche mettere a rischio la zona Champions, visto che la Juve si porterebbe a soli due punti. Scenario impensabile fino a poco tempo fa e invece divenuto concreto, con l’aggravante dei tanti indisponibili che continuano ad azzoppare la corsa di Spalletti (anch’egli positivo al Covid). Allegri dunque sente aria di avvicinamento, per quanto pure lui debba fare a meno di Chiellini e Bonucci, ma soprattutto giocare con la spada di Damocle del mercato.
“Morata non parte, ho parlato con lui e gli ho detto che non può andare via – ha glissato il tecnico bianconero – Per trovare uno alla sua altezza dovremmo prendere uno dei 4 o 5 migliori attaccanti d’Europa. Ribadisco: Alvaro rimane, discorso chiuso”. Parole nette, che sembrano non lasciare spazio a nessun ripensamento, probabilmente figlie delle difficoltà ad arrivare a Icardi, almeno al momento. Intanto però c’è una partita da vincere, per cominciare al meglio un periodo fitto di impegni, che vedrà i bianconeri affrontare anche Roma e Inter nel giro di 6 giorni.
Allegri si affiderà a un 4-3-3 con Szczesny in porta, Cuadrado, Rugani, De Ligt e Alex Sandro in difesa, McKennie, Locatelli e Rabiot a centrocampo, Chiesa, Morata e Bernardeschi in attacco. 4-2-3-1 pieno di punti di domanda invece per Spalletti: se Zielinski, Lobotka e Rrahmani potranno giocare lo faranno, viceversa vedremo Ospina tra i pali, Zanoli, Di Lorenzo, Juan Jesus e Ghoulam nel reparto arretrato, Demme e Elmas in mediana, Politano, Mertens e Insigne (a proposito: lunedì il suo trasferimento a Toronto per la prossima stagione diventerà ufficiale) alle spalle dell’unica punta Petagna.
L’altro match caldo dell’Epifania è quello di San Siro, dove Milan e Roma si affronteranno (ore 18.30) per cercare un posto al sole. Obiettivi diversi per Pioli e Mourinho, ma entrambi ambiziosi: il rossonero cerca di non perdere terreno dall’Inter capolista, il giallorosso di restare in corsa Champions. “Vogliamo vincere più partite possibili e fare più punti dell’anno scorso – ha confermato Pioli – Ci servirà un girone di ritorno ad altissima velocità, il nostro percorso è iniziato solo due anni fa e dunque vincere un trofeo sarebbe eccezionale”.
Il tecnico, in attesa di qualche aiuto sul mercato (gli obiettivi sono Botman del Lille e Kolo Muani del Nantes), ritrova Ibrahimovic, Rebic e Leao e Calabria, ma perde Calabria, Tomori e Romagnoli per Covid, oltre a Kessié e Bennacer, entrambi impegnati in Coppa d’Africa. L’emergenza dunque è totale, specialmente in difesa, dove bisognerà arrangiarsi con quelli che restano. Il 4-2-3-1 rossonero vedrà così Maignan in porta, Florenzi, Gabbia, Kalulu e Hernandez in difesa, Tonali e Krunic a centrocampo, Messias, Diaz e Saelemaekers alle spalle dell’unica punta Giroud, favorito su Ibrahimovic.
Classico 3-5-2 invece per Mourinho, che ritrova due giocatori importanti come Pellegrini ed El Shaarawy: la sua Roma scenderà in campo con Rui Patricio tra i pali, Mancini, Smalling e Ibanez nel reparto arretrato, Karsdorp, Cristante, Veretout, Pellegrini e Vina in mediana, Zaniolo e Abraham in attacco.
A completare la giornata, Asl permettendo, saranno Sampdoria-Cagliari (ore 12.30), Spezia-Verona (14.30), Lazio-Empoli (14.30) e Sassuolo-Genoa (16.30), mentre per Bologna-Inter, Atalanta-Torino, Fiorentina-Udinese e Salernitana-Venezia, come detto in apertura, inizierà il solito teatrino degli 0-3 a tavolino, in attesa degli inevitabili strascichi nei vari tribunali di competenza.