L’ASIATICA E I GIUDICI TEDESCHI PESANO SUI LISTINI
SALE LO SPREAD, SOTTO TIRO IL LUSSO E LE BANCHE
Infuria di nuovo, da Est ad Ovest, la tempesta sui mercati finanziari. Ma nel finale i listini limitano i danni. Soffre comunque l’Europa, sotto il fuoco di fila sulle banche e sullo spread del Sud Europa cui non giova di sicuro il processo all’Omt appena iniziato a Karslruhe. Soffrono anche i listini Usa, colpiti, al pari del Vecchio Continente, dall’”asiatica”: frena, infatti, la bilancia commerciale cinese, con grave danno per i titoli delle materie prime e del lusso. Non allarga di più i cordoni della Borsa la Bank of Japan, mortificando l’ingordigia della speculazione finanziara, viziata da continue iniezioni di quantitative easing.
Il risultato? Milano archivia la seduta con una perdita pari al’1,68%, indice Ftse Mib a quota 16286 dopo aver perduto fino al 2,4%.
Londra -0,94%, Parigi -1,39%, Francoforte -1,03%. La peggiore è Madrid -2,15%.
Sul mercato dei titoli di Stato il Btp a 10 anni è scambiato a un rendimento del 4,37% (+9 punti base), dopo aver superato la soglia del 4,40%.
Non meno robusta la reazione di New York. I rendimenti dei Treasuries Usa sono schizzati a nuovi massimi di 14 mesi, lo yen in forte rialzo e vendite diffuse sull’azionario.
Intorno alle 16,30 italiane il Dow Jones cede lo 0,65%, lo Standard & Poor’s 500 lo 0,80% così come il Nasdaq.
Sono in ribasso il rame e il nichel. Scende anche l’oro a 1.373 dollari l’oncia (-1,2%).
Sul mercato del petrolio il Brent arretra dell’1,6% a 102,3 dollari al barile.
Le società minerarie Anglo American e Bhp Billiton guidano i ribassi alla Borsa di Londra con cali del 4,1% e del 3,5%. Ad Amsterdam ArcelorMittal, primo produttore mondiale di acciaio, scende del 3,1%.
Poche blue chip in Piazza Affari sfuggono all’Orso: Autogrill +1,68%%, Parmalat +0,18%, Enel Green Power +0,18%. Invariate Mediobanca e Mediolanum.
A Piazza Affari l’influenza asiatica colpisce i titoli del lusso, i più esposti allo shopping orientale: Ferragamo perde il 2,15%,Luxottica -2,66%, Tod’s -1%. Il mal di spread, invece, pesa sul settore del credito.
Arretrano Intesa -2,87% ( -4,5% nel momento più difficile della seduta), MontePaschi -1,63%, Unicredit -1,25%.
La turbolenza del debito sovrano colpisce le assicurazioni ancor più del credito. In Europa il settore assicurativo scende del 2,7% con perdite del 3,4% per Axa e Allianz.
Generali scende dell’1,42%. La compagnia ha ceduto le quote di minoranza in Messico realizzando una plusvalenza netta di circa 500 milioni di euro.
Fondiaria-Sai segna un ribasso del 2,81%. Tra gli industriali pesanto perdite per Finmeccanica -3,75%. In ribasso anche Pirelli -2,39%. Quasi invariata Stm -0.07%.
Fiat -0,43% si difende meglio di altri industriali.
Tra le utilities, tonfo di Enel -2,9%declassata da Credit Suisse alla vigilia del lancio dei bond.
Telecom Italia scende dell’1,8%, pesante Mediaset -3,94%, punita dall’esito delle elezioni. Il calo del petrolio,infine, pesa su Eni -1,28%, Saipem scende dell’1,35%.