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Olio, il migliore è spagnolo ma l’Italia è sempre al top

Viene da un’azienda dell’Andalusia la Castillo de Canena Olive Juice, un’impresa a carattere familiare che data la sua nascita nel 1780 nella valle del Guadalquivir, il miglior olio extravergine d’oliva del 2017. Lo hanno decretato gli esperti di “Flos Olei” Guida Internazionale dell’extravergine diretta da Marco Oreggia e Laura Marinelli che ogni anno segnala le migliori produzioni agricole italiane e internazionali. Se la Spagna, come da tempo avviene in quasi tutte le competizioni internazionali, ha guadagnato l’alloro più ambito, l’Italia però ha saputo attestare bene la sua qualità.

E’ andato infatti all’azienda Agricola Biologica Americo Quattrociocchi di Alatri in provincia di Frosinone il Premio “Miglior Azienda” dell’anno. E anche in questo caso va detto che la storia produce i suoi effetti. La famiglia Quattrociocchi ha avviato infatti la sua attività nel lontano 1888 “tramandandosi negli anni questa passione e mantenendosi nel tempo e nel pieno rispetto della tradizione”. Ottima affermazione per l’olio italiano anche all’interno della classifica “Best 20” la lista degli Oscar dell’olio eletti dalla giuria di “Flos Olei.

L’Italia ha portato a casa ben 12 premi oltre quello della migliore azienda dell’anno. Le categorie: Crudo Schiralli di Bitetto (BA) come Azienda Emergente; Agricola Comincioli di Puegnago del Garda (BS) come Azienda di Frontiera; Agricola Donato Conserva di Modugno (BA) come Azienda del Cuore; Agricola Tommaso Masciantonio Trappeto di Caprafico di Casoli (CH) come il migliore olio extravergine di oliva da agricoltura biologica e dop/igp; Fattoria Ramerino di Bagno a Ripoli (FI) come migliore olio extravergine di oliva Metodo di Estrazione; Frantoio Gaudenzi di Camporeale Trevi (PG) come migliore olio extravergine di oliva qualità/quantità; Azienda Agraria Viola di Foligno (PG) come migliore olio extravergine di oliva monovarietale fruttato intenso; Paolo Bonomelli Boutique Olive Farm di Torri del Benaco (VR) come migliore olio extravergine di oliva blended fruttato medio; Oliveto Fonte di Foiano di Castagneto Carducci (LI) come migliore olio extravergine di oliva blended fruttato intenso; Frantoio Bonamini di Illasi (VR) come migliore olio extravergine di oliva dop/igp fruttato leggero; Frantoio Franci di Montenero (GR) come miglior olio extravergine di oliva dop/igp fruttato medio.

Alla Spagna sono andate altre sei categorie di “20 best”, altri premi sono andati alla Croazia e al Cile. Una curiosità: tra i “Best 20” mondiali ci sono etichette che non superano gli €8 di costo assieme ad altre che arrivano 45 euro a bottiglia, a dimostrazione che non obbligatoriamente il prezzo fa la qualità.

Per l’edizione 2017 la Guida di Flos Olei ha valutato 500 aziende di eccellenza provenienti da 5 continenti per un totale di 51 paesi. Il cuore della produzione resta ovviamente in Mediterraneo ma accanto ai paesi tradizionalmente vocati alla produzione olicola come l’Italia la Spagna la Tunisia il Marocco da qualche tempo a questa parte altri Paesi anche molto lontani hanno iniziato ad affacciarsi all’orizzonte della produzione di olio di qualità a volte con risultati sorprendenti come la Cina, il Giappone, il Brasile, il Sud Africa, l’Australia e la Nuova Zelanda. E questo deve far ragionare su come affrontare nel futuro immediato il problema della concorrenza sui promettenti mercati internazionali. In Italia ci sono ben 1.089.245 ettari coltivati a olio di oliva, di cui 121.138 a coltivazione biologica. Quello che è stato definito il nostro “oro verde” viene prodotto da 180 milioni di piante lungo tutto l’arco del territorio nazionale con oltre 500 cultivar. I frantoi attivi in tutta Italia assommano a 4647 unità.

Grande novità di quest’anno è la new entry della Colombia fra gli oli di qualità. Val la pena di ricordare che in questo paese nel 1777 per decisione della Corona spagnola fu ordinata la distruzione di tutti gli olivi al fine di evitare la concorrenza con quelli europei. Solo un secolo più tardi, alla fine 800, un audace imprenditore provò a reimpiantare 32 ettari di Oliveto. Ma dobbiamo arrivare al 1965 allorché il governo colombiano decise di promuovere l’olivicoltura attraverso l’impianto di 43 varietà Mediterraneo nel comune di Villa de Leyva. Una produzione che rappresenta il vanto agricolo di quest’area al punto che la municipalità ha deciso nel 2010 di adottare l’olivo come simbolo della città. Oggi i frutti di questa storia così complessa arrivano al pettine e la Colombia può con orgoglio vantarsi di aver prodotto uno dei migliori oli del mondo.

La guida comprende schede aziendali di tutti i più importanti produttori italiani e internazionali, con dati di produzione, abbinamenti gastronomici, informazioni storiche e culturali dei differenti paesi olivicoli, cultivar tipiche, cartografie e aree tutelate da denominazioni. Non mancano focus sulla tecnica di degustazione e sui prezzi delle extravergine oltre a consigli sulla sua corretta conservazione e un approfondimento sul valore economico del comparto.

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Categories: Economia e Imprese