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Olio Extravergine: la Guida del Gambero Rosso premia i migliori d’Italia

Sicilia, Toscana e Sardegna si aggiudicano il palmares dei migliori oli fruttati leggero, medio e intenso. Alla Puglia il miglio olio qualità/prezzo. 840 le etichette di extravergine valutate e descritte in guida 465 le aziende produttrici

Olio Extravergine: la Guida del Gambero Rosso premia i migliori d’Italia

Sicilia, Toscana e Sardegna si aggiudicano il palmares dei migliori oli extravergine di oliva della guida oli d’Italia 2023 de il Gambero Rosso su 465 aziende e 840 etichette d’olio gli esperti della guida hanno laureato come miglior olio fruttato leggero dell’annata il Lorenzo N°3 Dop Val di Mazara Monocultivar Biancolilla Bio – Premiati Oleifici Barbera – Palermo (Sicilia). Miglior fruttato medio e risultato il Laudemio Antico Podere La Costa Monocultivar Frantoio – Conte Guicciardini – Castello di Poppiano – Montespertoli (Toscana). Miglior fruttato intenso è stato valutato Cuncordu Bio – Masoni Becciu – Villacidro (Sardegna) e miglior biologico il Monocultivar Siracusana Bio – Tenuta Cavasecca, Noto (Sicilia). Ancora da citare anche il premio per il Miglior olio qualità/prezzo che è andato all’Olio Principe Monocultivar Peranzana – Frantoio Principe – Torremaggiore (Puglia).

La nuova edizione della guida Oli d’Italia del Gambero Rosso, in versione cartacea e web giunta alla sua XIII edizione è in doppia lingua (italiano e inglese) sia per accompagnare i migliori extravergine italiani sui mercati esteri, sia per fornire agli appassionati e ai buyer stranieri, oltre che a quelli italiani uno strumento di conoscenza e di valutazione dell’annata olearia.

840 le etichette di extravergine valutate e descritte in guida 465 le aziende produttrici

Sono 840 le etichette di extravergine valutate e descritte in guida; 465 le aziende produttrici, ciascuna con una sua scheda che le racconta; 236 le realtà che propongono ospitalità o ristorazione. Un lavoro che abbraccia tutte le regioni italiane dal quale emerge che anche nelle zone tradizionalmente meno vocate alla olivicoltura ormai l’olivo sta tornando alla grande e conquista sempre più appassionati, sia sul fronte produttivo (come in Piemonte, ad esempio) che se quello dei consumatori sempre più attenti sia alle proprietà salutistiche dell’extravergine sia perché attratti dalle esperienze sensoriali che questo prodotto principe dell’agroalimentare italiano garantisce.

L’annata trascorsa non può essere definita brillante dal punto di vista quantitativo, ma si è distinta per il livello qualitativo di alcune aree specifiche. Il nord Italia, e in particolare le regioni che si affacciano sul Garda, è ritornato a regalare gli eleganti profumi tipici di varietà come Casaliva e Grignano delle migliori annate. Ma la parte del leone l’hanno fatta regioni come la Sicilia e la Sardegna che, seppur soffrendo un calo quantitativo, hanno regalato oli emozionanti dal punto di vista sensoriale. Non da meno la Coratina pugliese che si è come sempre distinta per intensità e piacevolezza.

Crollo di produzione ma ottimo il livello qualitativo in alcune aree

Nel complesso la campagna olearia 2022-2023 ha fatto registrare di nuovo un crollo nella produzione nelle aree più attive che ha portato a un calo del 37% in confronto alla campagna precedente. Tanto che l’Italia se la deve battere con la Grecia per il secondo posto tra i Paesi Produttori, al seguito della Spagna che ha avuto anch’essa una flessione tra il 30 e il 50% rispetto allo scorso anno. La crisi produttiva, legata a fattori climatici avversi, ha colpito in modo particolare la Puglia (-52%), ovvero la regione da cui provengono mediamente la metà delle olive italiane. Male anche la Calabria con -42% e la Sicilia, dove sono state raccolte un quarto di olive in meno rispetto alla campagna 2021- 2022. Il tutto in un momento drammatico per l’agricoltura in cui si assiste a forti aumenti dei prezzi per l’energia, i carburanti, e per gli altri fattori produttivi. In pratica tutto il Meridione dell’olio è sotto un grande segno rosso. Si salvano, al Centro-Nord, Toscana, Umbria e Liguria, che hanno avuto un incremento evidente nella produzione e che hanno anche segnato ottimi risultati a livello di qualità delle etichette presentate.

I Premi Speciali della guida Oli d’Italia 2023

Azienda dell’anno

Accademia Olearia – Alghero (SS) – Sardegna

Frantoio dell’anno

Ciccolella – Molfetta (BA) – Puglia

Olivicoltore dell’anno

Intini – Alberobello (BA) – Puglia

Novità dell’anno

Miceli & Sensat – Monreale (PA) – Sicilia

Miglior fruttato leggero

Lorenzo N°3 Dop Val di Mazara Monocultivar Biancolilla Bio – Premiati Oleifici Barbera – Palermo – Sicilia

Miglior fruttato medio

Laudemio Antico Podere La Costa Monocultivar Frantoio – Conte Guicciardini – Castello di Poppiano – Montespertoli (FI) – Toscana

Miglior fruttato intenso

Cuncordu Bio – Masoni Becciu – Villacidro (SU) – Sardegna

Miglior biologico

Monocultivar Siracusana Bio – Tenuta Cavasecca – Noto (SR) – Sicilia

Miglior monocultivar

Il Sincero Monocultivar Moraiolo – Viola – Foligno (PG) – Umbria

Miglior Blend

Riserva – Fattoria Ambrosio – Salento (SA) – Campania

Miglior Igp

Contrada Scintilia Igp Sicilia Monocultivar Biancolilla Bio – Francesco Di Mino – Favara (AG) – Sicilia

Miglior Dop

Evo Dop Tuscia Monocultivar Caninese – Colli Etruschi – Blera (VT) – Lazio

Miglior qualità/prezzo

Olio Principe Monocultivar Peranzana – Frantoio Principe – Torremaggiore (FG) – Puglia

Premio olio e vino

Giuseppe Gabbas – Solianu Monocultivar Bosana – Nuoro (NU) – Sardegna

Premio olio e turismo

Il Frantolio – Cisternino (BR) – Puglia

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