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Olimpiadi, Quadarella non sale sul podio nemmeno negli 800 ma l’Italia del nuoto continua il suo “gradus ad Parnassum”

Indipendentemente dai risultati dell’ultima giornata di gare alle Olimpiadi – per il nuoto in vasca – è già possibile confermare il momento magico del nuoto italiano. Il bilancio provvisorio di Parigi 2024 (2 ori e 2 bronzi) si attesta sicuramente al livello dei fasti di Sidney 2000 (3 ori, 1 argento e 2 bronzi) e il futuro – considerati diversi fattori, tra cui il successo del movimento giovanile – non può che essere ancor più roseo

Olimpiadi, Quadarella non sale sul podio nemmeno negli 800 ma l’Italia del nuoto continua il suo “gradus ad Parnassum”

Negli ultimi 12 anni, il nuoto italiano ha registrato una crescita che può essere divisa in due fasi: la prima, più lunga, fatta di exploit di singoli atleti e la seconda, recentissima, costituita da una quasi improvvisa impennata del livello di tutto il gruppo della selezione guidata dal direttore tecnico Cesare Butini.

Nel 2022, ad esempio, l’Italnuoto è arrivata in vetta al medagliere dei campionati europei, con un contributo del nuoto in vasca di ben 35 medaglie su 72, di cui 13 d’oro. L’ascesa è tuttora inarrestabile e queste Olimpiadi confermano di certo il momento magico degli atleti azzurri di questo sport. Il doppio quarto posto di Simona Quadarella, nella gara dei 1500 e degli 800 stile libero o il mancato podio di Benedetta Pilato, non devono ingannare chi osserva i risultati delle gare: l’Italia c’è e sta completando la sua “salita al Parnaso”. La nazionale italiana di nuoto è ormai stabilmente tra le prime 15 squadre a livello mondiale per medaglie vinte alle Olimpiadi.

Il motivo di questa progressione? Di sicuro il grande investimento della federazione fatto sui tecnici che, a loro volta, hanno investito sui giovani. Testimonianza diretta di questo investimento sono, solo per citare dei casi recenti, proprio Ceccon e Martinenghi, ma anche Paltrinieri e la stessa Quadarella.

L’autore di questo articolo è stato a lungo in squadra (Aurelia Nuoto) proprio con l’allenatore di Simona Quadarella, Christian Minotti, mentre Cesare Butini è stato il loro coach per le “gare importanti”. Negli anni ’90 non esistevano i mondiali giovanili di nuoto (la prima edizione fu organizzata nel 2006, in Brasile e a vincerla fu proprio l’Italia!), quindi le giovani promesse, in ambito internazionale, gareggiavano al massimo agli “europei juniores” e, in ambito nazionale, partecipavano ai cosiddetti “Criteria” (campionati nazionali di categoria). Vetrine che però bastavano a Cesare Butini per svolgere quella difficile attività che è la selezione dei campioni del futuro. Oggi come allora, questa attività fa la differenza e solo chi ha una lunga esperienza sul campo può puntare ad ottenere risultati di alto livello. Butini ha iniziato selezionando i migliori nuotatori all’interno di tanti vivai per la “prima squadra” dell’Aurelia Nuoto, quindi è passato a selezionare ragazzi e ragazze per la “nazionale giovanile” e ora, ogni volta che ce n’è l’occasione, ribadisce quanto sia importante il movimento giovanile nel nuoto.

Non è un caso che, ai recenti campionati europei giovanili di nuoto in Lituania (dal 2 al 7 luglio 2024), gli azzurrini abbiano vinto la bellezza di 25 medaglie, di cui 13 d’oro. Ben 9 ori di distacco dalla nazionale classificata seconda nel medagliere (Ungheria). Questo fa davvero ben sperare per gli anni a venire: le nuove generazioni sono pronte a dare il cambio a quelle vecchie. Basta saper dare loro la giusta importanza.

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