Se la Pellegrini naufraga tra flop e recriminazioni in Italia, c’è un Pellerin che in Francia è improvvisamente balzato sugli scudi. Stesso (o quasi) cognome, identico campo di applicazione, il nuoto, ma situazione e umori diametralmente opposti dopo l’esito dei risultati nella piscina olimpica di Londra: di Fede si sa tutto nel bene e nel male, molto meno di Fabrice Pellerin che solo dopo i successi dei nuotatori transalpini è divenuto un personaggio, esaltato da tutti i media francesi. E’ lui, 40 anni, corso di Ajaccio, ad aver allevato nella piscina Jean Bouin di Nizza, fin da quando erano poco più che adolescenti, tre gioielli del nuoto transalpino, tutti nizzardi come Camille Muffat, Yannick Agnel, Clément Leffert e Charlotte Bonnet, che a Londra hanno fatto il pieno di medaglie: ben nove di cui quattro ori (Muffat nei 400m sl, Agnel nei 200m e 4×100 sl, Leffert nella 4×400 sl), tre argenti (Muffat nei 200m sl, Agnel e Leffert 4×200 sl) e due bronzi (Muffat e Bonnet nei 4×200 sl).
Pellerin è il “maitre nageur” dell’Olympic Nice Natation dal 2000. Nel corso di una dozzina d’anni, a lui si è affidato un gruppo di ragazzi locali che il maestro, giorno dopo giorno, ha plasmato con il suo rigore di perfezionista applicando al nuoto i principi della kinesiologia, la scienza in cui si è laureato che studia i movimenti del corpo umano. Lezioni dopo lezioni, tanti chilometri di vasca, Pellerin ha creato la Muffat, che da oltre dieci è sotto le sue cure. Ha imposto a Clement Leffert di lasciare la pallanuoto per dedicarsi esclusivamente al nuoto. Dal 2008 Pellerin è alle prese con un altro fenomeno, Yannick Agnel. Di lui i suoi allievi dicono che sia un autentico ingegnere dei fluidi, tanto è meticolosa la sua ricerca nel dominare l’acqua per farli nuotare sempre più veloce.
Oggi la sua fama tra gli addetti ai lavori ha oltrepassato i confini nazionali. Ma già negli ultimi mesi, viste le performance dei suoi allievi, alle porte di Pellerin avevano bussato altri atleti, provenienti da altri Paesi, con l’obiettivo di fare uno stage a Nizza in vista delle Olimpiadi. Ma Pellerin ha preferito concentrare tutti gli sforzi sui suoi ragazzi, anche perché non ama la visibilità né tantomeno il marketing, proprio il contrario di un altro allenatore di nuoto francese ben più personaggio ed estroso di lui, quel Philippe Lucas, alla cui scuola è approdata qualche tempo fa anche la Pellegrini, nel suo continuo migrare in cerca di un maestro che la rassicurasse dopo la morte di Castagnetti, l’allenatore storico di Fede (che forse ha sbagliato ad andare a Parigi e non a Nizza).