Davide italiano batte Golia asiatico. E vola alle Olimpiadi. E’ la storia storia di Fabbrica Pinze Schio, piccola azienda del vicentino, appena 20 dipendenti e 4 milioni di fatturato nel 2011. Una realtà di provincia che ha da poco vinto una delle sfide più incredibili della sua storia centenaria, portando a casa una commessa da 350 mila euro per rifornire il villaggio olimpico di Londra 2012. Durante le tre settimane dei Giochi, oltre 17 mila persone fra atleti e staff delle varie delegazioni mangeranno tre volte al giorno con le posate di plastica usa-e-getta prodotte a Schio. Una pioggia di forchette, cucchiai e coltelli. In tutto, circa 15 milioni di pezzi. Con una particolarità: ogni singolo prodotto è ricavato da fonti rinnovabili, realizzato in materiale eco-compatibile e si può smaltire attraverso il compostaggio. Vale a dire, impatto zero sull’ambiente.
“Le nostre posate sono tra le poche al mondo a rispettare la norma europea EN13432, che dice come devono essere realizzati i prodotti per essere poi smaltiti con il compostaggio”, spiega a FIRSTonline Armido Marana, amministratore delegato della società. Proprio questa caratteristica ha consentito alla fabbrica veneta di superare nel rush finale della gara una concorrente di Taiwan. L’azienda asiatica era una vero gigante, “almeno 10 volte più grande di noi – sottolinea ancora Marana -, ma non poteva contare sulla stessa tecnologia”. Un successo importante quindi, che “ci gratifica particolarmente, soprattutto perché la filiera è completamente italiana: la materia prima viene coltivata e lavorata in Umbria, poi viene trasportata da noi, che realizziamo il prodotto finito”.
Il nome della Fabbrica Pinze Schio è legato a origini ormai lontane. Agli inizi del ‘900, l’azienda produce grandi pinze di legno per l’industria della concia, molto sviluppata nel vicentino. Dagli anni Sessanta automatizza i processi produttivi, ma è solo nel decennio successivo che si trasforma in una moderna industria. Nel nuovo millennio la società inizia a lavorare con le plastiche riciclate e dopo 5 anni di sperimentazione nasce Ecozema, una linea di prodotti per il catering monouso, biodegradabili e compostabili, realizzati con biopolimeri o con fibre vegetali. Le posate di Ecozema sono le prime al mondo ad ottenere la certificazione OK-Compost. Una particolarità che a Londra non è sfuggita.
E per il dopo-Olimpiadi? Marana ammette che “i programmi d’investimento sono stati rallentati negli ultimi tempi dalla scarsa liquidità sul mercato. Riteniamo però che il nostro mercato, una nicchia, abbia delle potenzialità di sviluppo molto interessanti. Per i prossimi anni pensiamo di raggiungere un trend di crescita del 10%. Anche se fare previsioni è molto difficile, rimaniamo fiduciosi”.