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Olimpiadi, fine dei giochi per la candidatura a tre. Ma il Coni ha un piano B

Imagoeconomica

Addio Olimpiadi, anzi no. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, ha alzato bandiera bianca al Senato, annunciando che il Governo non è venuto a capo della tripla candidatura Milano-Torino-Cortina per i Giochi invernali del 2026; ma il Coni non si arrende e rilancia: dopo i flop di Roma 2020 e Roma 2024, bocciate rispettivamente dal premier Mario Monti e dal sindaco della Capitale Virginia Raggi, stavolta il presidente Giovanni Malagò ci vuole provare fino alla fine, anche senza l’appoggio dell’Esecutivo. Il piano B del Coni prevede che domani, termine ultimo per presentare la candidatura nella sede del Cio di Losanna, sarà proposta una candidatura alternativa che si chiamerà “Milano-Cortina 2026”. Una proposta dunque a trazione leghista, che taglierebbe fuori Torino, già sede dell’edizione 2006 e governata dal Movimento 5 Stelle, soci di governo di Giorgetti ma anche del presidente del Veneto Luca Zaia e di quello della Lombardia Attilio Fontana, che concordano nel non voler buttare tutto all’aria, dopo che il “tridente” è saltato soprattutto per le velleità di Milano, che già a luglio dopo un primo esame del dossier si era detta pronta a defilarsi nel caso in cui non le venisse riconosciuto il ruolo di capofila.

Arrivati a questo punto è impensabile gettare tutto alle ortiche. La candidatura va salvata, per cui siamo disponibili a portare avanti questa sfida insieme. Se Torino si chiama fuori, e ci dispiace, a questo punto restano due realtà, che si chiamano Veneto e Lombardia, per cui andremo avanti con le Olimpiadi del Lombardo-Veneto”, hanno detto congiuntamente Zaia e Fontana tramite un testo letto in Senato da Marco Marin, campione olimpico e deputato di Forza Italia. “Il governo non ritiene che una candidatura fatta così possa avere ulteriore corso. Questa proposta non ha il sostegno del governo e come tale è morta qui”, aveva invece detto poco prima Giorgetti, in audizione nell’Aula di Palazzo Madama. Una presa di posizione che era nell’aria, visto che già ieri il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e responsabile dello Sport per i 5 Stelle, Simone Valente, aveva attaccato il sindaco di Milano Giuseppe Sala, facendo intuire la bocciatura della candidatura da parte dell’esecutivo. “Io ritengo che una cosa così importante come la candidatura olimpica deve prevedere uno spirito di condivisione che non ho rintracciato tra le tre città”, ha aggiunto Giorgetti.

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“La posizione del Governo l’ho già riferita al Coni – ha proseguito l’esponente della Lega -, sono rammaricato di questo che ritengo anche un fallimento mio che ci ho lavorato. Una cosa così importante come le Olimpiadi deve partire con il piede giusto e questo non è successo, non c’era l’atmosfera e quindi la cosa finisce qui”. Definitivamente dunque tramontata la candidatura a tre, resta in piedi il ticket Milano-Cortina, con le due realtà che sarebbero già d’accordo per un’edizione dai costi contenuti, con il capoluogo lombardo pronto ad ospitare le cerimonie inaugurali, gli eventi, il villaggio olimpico e le gare al coperto, mentre nella località sciistica vneta si svolgerebbero tutte le gare di sci alpino e sci nordico. Il Coni è ovviamente d’accordo, tanto che il presidente Giovanni Malagò è a Palazzo Chigi per illustrare il dossier che domani verrà portato al Cio con il sostegno – anche finanziario – delle due regioni. È l’estremo tentativo di tenere in piedi la candidatura italiana ed evitare la terza bocciatura consecutiva, dopo le due consecutive di Roma.

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Categories: Politica