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Olimpiadi e arte: gli Uffizi celebrano le medaglie azzurre

Sul profilo Twitter della galleria fiorentina i successi degli atleti italiani vengono festeggiati attraverso immagini di opere artistiche legate alle varie discipline olimpiche

Olimpiadi e arte: gli Uffizi celebrano le medaglie azzurre

Che lo sport abbia anche un valore estetico e in molti casi artistico è un fatto indiscutibile, ma la simpatica iniziativa della Galleria degli Uffizi di Firenze ha pensato di andare oltre: da quando sono iniziate le Olimpiadi di Tokyo, una delle massime istituzioni culturali del Paese ha deciso di celebrare molte delle medaglie vinte dagli atleti italiani (mentre scriviamo sono già 30) postando sul proprio profilo Twitter – seguito da oltre 50 mila persone – la foto di un’opera d’arte della sua ricca collezione, da abbinare al tema della gara e della disciplina disputata. Si è partiti proprio venerdì 23 luglio, giorno della cerimonia inaugurale, con l’augurio rivolto a tutti gli atleti: ad illustrare il messaggio, la foto di tre statue, di epoca romana, raffiguranti atleti dell’antica Grecia (dove i Giochi sono nati). Per la precisione Apoxyomenos (II d.C.); copia da Doriforo di Policleto (II-I a.C.); Atleta (I-II d.C.).

Poi, via via, l’account social degli Uffizi si è concentrato sulle medaglie italiane, trovando ogni volta un riferimento artistico. Così, ad esempio, il sollevatore di pesi Mirko Zanni, vincitore della medaglia di bronzo, è diventato “Atlante che regge il cielo e la terra”, dipinto da Alessandro Allori nel 1581; oppure le varie medaglie del nuoto sono state sintetizzate nel “Trionfo di Nettuno e Anfitrite”, opera di Filippo Napoletano del 1618 ed esposto in questo caso a Palazzo Pitti. Ma non è tutto. I medagliati della scherma non potevano che essere raffigurati da spadaccini, figura molto ricorrente nell’arte: su Twitter è apparso un pertinentissimo duello disegnato da Salvator Rosa nel XVII secolo, oppure “Tre uomini con spada” di Jacques Callot. Altra figura ricorrente nell’arte è quella dell’arco e degli arcieri, spesso legata ad antiche divinità (come la greca Artemide): ecco dunque che i nostri tiratori con l’arco, Lucilla Boari e Mauro Nespoli, hanno trovato il loro alter ego rispettivamente in “Diana cacciatrice”, la dea romana dipinta nel 1680 da Onorio Munari, e in “Ercole nudo visto quasi di tergo” (Grien Hans Baldung, XVI sec.).

Nelle opere di tutte le epoche abbondano le rappresentazioni del mare e delle flotte navali, così la medaglia del quattro senza di canottaggio su Twitter è stata celebrata con un quadro che la descrive molto: “Festa in Darsena a Livorno per l’arrivo di Leopoldo I” (Tommaso Gherardini, 1766). L’argento storico di Vanessa Ferrari nella ginnastica artistica (a proposito di arte) è stato raccontato da quella che lo stesso account degli Uffizi definisce “la grazia immortale di una ninfa”, in una statua del II secolo d.C.. Per arrivare poi all’apoteosi, alle due medaglie finora più importanti (senza nulla togliere), quelle d’oro vinte nel giro di 10 minuti, domenica 1 agosto, da Gianmarco Tamberi nel salto in alto e da Marcell Jacobs nei 100 metri piani. Non a caso il post è stato fissato in alto sulla pagina Twitter della galleria fiorentina: per festeggiare la leggendaria doppietta gli Uffizi suggeriscono semplicemente di “alzare i calici”. E così ecco Bacco, in un dipinto nientemeno che di Caravaggio.

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