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Olimpiadi di Tokyo: senza pubblico, buco da 800 milioni

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Le Olimpiadi di Tokyo rischiano la bancarotta. Lo scrive il Financial Times, spiegando che a risultare decisiva sarà la presenza o l’assenza del pubblico. Se si terranno a porte chiuse, i giochi avranno bisogno di un’iniezione di denaro pubblico da 800 milioni di dollari. Se invece gli spettatori potranno assistere alle gare, la situazione finanziaria sarà molto meno grave, ma il bilancio dell’evento potrebbe comunque chiudere in rosso.

Il quotidiano britannico sottolinea infatti che gli organizzatori hanno predisposto il budget considerando gli stadi non solo aperti, ma anche impiegati al massimo della capacità. E ormai è troppo tardi per cambiare rotta: secondo l’analisi del Financial Times sui conti del comitato organizzatore, i miliardi di yen raccolti con la vendita dei biglietti sono già stati spesi e ora – in caso di porte chiuse – l’unico modo per garantire i rimborsi sarebbe attingere ai soldi dei contribuenti.

La decisione sulla presenza o meno del pubblico è quindi l’incognita numero uno che grava sui Giochi Olimpici, anche perché il governo giapponese è determinato a garantire in ogni caso il regolare svolgimento della manifestazione a partire dal 23 luglio.

Durante l’ultimo G7 in Cornovaglia, il primo ministro Yoshihide Suga ha assicurato che il governo è favorevole alla presenza del pubblico, purché siano rispettati gli standard di sicurezza: “Considerando la diffusione del Covid – ha spiegato – decideremo sulla capacità degli stadi in base al numero di persone ammesse agli altri eventi sportivi”.

Diversi esperti di salute pubblica sostengono che sarebbe meglio per il Giappone impedire l’ingresso degli spettatori negli stadi per evitare una risalita dei contagi.

Shigeru Omi, il principale consulente medico del governo sulla pandemia, ha sottolineato la necessità di evitare che i giochi si svolgano in una “modalità festival”, a cui si associa un alto rischio di diffusione della malattia.

Haruo Ozaki, numero uno dell’Associazione dei medici di Tokyo, ha detto invece che “se proprio si devono tenere le Olimpiadi, le porte chiuse sono l’unica opzione praticabile”.

Gli organizzatori e gli sponsor fanno invece pressione in senso opposto, cercando disperatamente di riempire gli stadi almeno in modo parziale, per ammortizzare gli investimenti.

Intanto, a Tokyo si continuano a registrare fra i 300 e i 400 casi di Covid al giorno e la città rimarrà in stato d’emergenza almeno fino al 20 giugno. Gli organizzatori delle Olimpiadi hanno rinviato alla fine di questo mese la decisione sulla presenza del pubblico, nella speranza che per allora la situazione sanitaria sia migliorata.

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