Fra quattro giorni, finalmente, si inizierà a fare sul serio con le prime gare in programma, ma già da settimane, come succede prima di ogni Olimpiade, è partito il totomedaglie, fatto di aspettative, calcoli frenetici, computi di medaglie possibili e probabili. Le fonti principali sono due, si basano su una serie di calcoli matematici ed economici, sono in contrasto tra di loro ma per entrambe l’Italia si piazzerà al nono posto del medagliere finale.
La prima è lo studio della Tuck School of Business di Dartmouth e si fonda su un complesso algoritmo matematico che usa come indicatori la popolazione di ogni Paese, il suo reddito pro capite, le prestazioni passate e gli eventuali benefici derivati dall’aver già ospitato la manifestazione. Per esempio nazioni come Usa e Germania, avendo una maggiore popolazione e un reddito elevato, dovrebbero essere agevolate anche in un evento come le Olimpiadi, poiché più un paese è ricco, più può investire nelle risorse per preparare gli atleti.
Secondo questa analisi l’Italia dovrebbe ottenere 26 medaglie, di cui 8 d’oro, mentre al primo posto ci sarebbero gli Stati Uniti con 103 medaglie, poi la Cina con 94, la Russia 67, il Regno Unito 62, l’Australia 47. La squadra azzurra dovrebbe finire nona, davanti al Giappone, ma dietro Francia, Germania e Corea del Sud, mentre per il paese ospitante, il Regno Unito, potrebbe arrivare il record di medaglie del dopoguerra, di cui ben 25 d’oro (finora il loro massimo è stato 47 ai Giochi di Pechino).
La formula matematica usata dalla Tuck School of Business è stata creata da un professore di nome Andrew Bernard ed ebbe grande successo soprattutto nelle prime due edizioni in cui fu provata, ad Atlanta ’96 e particolarmente a Sydney nel 2000, quando vennero azzeccati il numero di ori statunitensi e le medaglie totali della Francia, mentre per l’Italia il calcolo fu sbagliato per un solo podio. A dare meno attendibilità, o almeno certezza, a questi calcoli ci si sono messe però le due edizioni successive, ad Atene e le ultime di Pechino, al termine delle quali è stato evidente che non ci avevano preso molto: quattro anni fa per l’Italia erano state previste 33 medaglie, ma alla fine sono state 27, la Cina invece di 81 ne ha ottenute addirittura 100, mentre la Russia se ne è ritrovate venti in meno.
L’altra fonte molto seguita deriva dal programma “Olympic Medal Tracker” (OMT) utilizzato sul sito di Usa Today. Anch’esso tiene poco in considerazione variabili sportive o atletiche, ma sfrutta parametri come il reddito pro capite o se il Paese in questione abbia già ospitato o meno un Olimpiade. Secondo gli esperti questo metodo raggiunge il 93% di precisione, a noi non resta che sperare che essi abbiano ragione perchè questa volta ci vengono assegnate ben 33 medaglie (suddivise in 10 ori, 10 argenti e 13 bronzi).
Un’ulteriore proiezione di quello che potrà essere il medagliere finale ci arriva dal network PwC, secondo un’analisi dei risultati olimpici precedenti, i piani politici e lo sviluppo economico di ogni singola Nazione: in questo caso gli Usa dominerebbero addirittura con 113 medaglie, seguiti dalla Cina con 87, Russia 68, Gran Bretagna 54, Australia 42, Germania 41, Francia 37, Giappone 28 e l’Italia anche in questo caso al nono posto appaiata con la Sud Corea con 27 medaglie.
Da questo giochino ovviamente non si è tirata indietro nemmeno la rivista Sports Illustrated, considerata un po’ la Bibbia dello sport americano: per la nostra spedizione potrebbero arrivare 30 podi, 8 sul gradino più alto. Dando un’occhiata all’ambito delle scommesse riguardanti la squadra azzurra, per la Snai il numero di ori più probabili è 7, il conto delle medaglie finali sarà tra 26 e 28 e le giocate maggiori riguardo la posizione nella classifica finale oscillano tra l’ottava e la nona, per il primo posto nel medagliere strafavoriti gli Stati Uniti con una quota di 1,60.
Riassumendo, pur presentandosi a Londra con 48 atleti in meno rispetto a Pechino (4 anni fa furono 340, questa volta solamente 292, dato derivante soprattutto dalla mancata qualificazione di molti sport di squadra come calcio, basket, pallamano e hockey e a numerose assenze nella canoa e nella vela), la nazionale italiana non parte sfavorita. Nelle varie stime, infatti, come abbiamo visto, agli azzurri vengono pronosticati sempre più di 25 podi, numero che magari a qualcuno può sembrare tutt’altro che elevato, ma basta ricordare che a Pechino con una spedizione ben più numerosa le medaglie conquistate furono 27, con 8 ori e la settima posizione finale.
Pochi giorni fa, prima della partenza per Londra, Gianni Petrucci ha voluto dire la sua sulle speranze e le attese degli atleti azzurri. Il presidente del Coni è stato molto realista, puntando ad un minimo di 25-26 medaglie, con l’obiettivo di rimanere tra i primi dieci Paesi (negli ultimi 40 anni solo due volte siamo rimasti fuori dalla top ten: a Montreal’76 e Barcellona ’92) e difendere magari cercando di migliorare il quinto posto nella graduatoria generale della storia delle Olimpiadi estive, che ci vede con 521 medaglie conquistate a partire dalla seconda edizione di Parigi nell’ormai remoto 1900.
Petrucci ha fatto capire che questa sarà un’Olimpiade difficile per il nostro gruppo, che dovrà confrontarsi con squadre in grande crescita come la Francia e la Spagna, ma in generale con la grande preparazione e specializzazione di gran parte delle altre nazioni. Inoltre ha evidenziato come la nostra spedizione questa volta abbia poche punte di diamante e, ricordando il fatto che nel 2004 l’Italia era il paese con più sport di squadra presenti dopo gli Usa, confrontandolo con la crisi attuale ha voluto ribadire che i tecnici migliori sono ancora i nostri, ma troppo spesso finiscono per andare ad allenare all’estero.
Parlando dei due volti più noti del nostro movimento, protagonisti per vari motivi di questa vigilia, il presidente del Coni ha voluto sottolineare come la Pellegrini non debba essere caricata di troppe responsabilità e aspettative, anche perché non c’è solo lei, mentre per quanto riguarda l’esclusione di Howe, è stato un grosso dispiacere ma chi ha la responsabilità deve prendere le decisioni nel rispetto delle regole e di tutti gli atleti. Per il resto i punti di forza su cui riporre le maggiori speranze saranno come sempre i ragazzi del nuoto e della scherma, i soliti Alex Schwazer nella marcia e Alessandra Sensini nella vela, qualche medaglia potrà arrivare sicuramente dagli sport di lotta (judo e pugilato), dal tiro, dal canottaggio e dalla squadra della ritmica, senza dimenticare le formazioni, sia maschili che femminili, di volley e pallanuoto che non partono favorite ma possono giocarsela con tutte le altre.
Qualche piacevole sorpresa potrebbe arrivare anche dal ciclismo femminile, dal tennis nel doppio femminile con la coppia Errani-Vinci e quest’anno per la prima volta anche dalle due coppie del beach volley, ma in generale, al di là di pronostici, statistiche e polemiche varie, anche stavolta l’Italia dello sport ha tutte le carte in regola per poter far bene.