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Olanda ed Esm, due verdetti per l’Europa

Oggi gli olandesi eleggeranno il prossimo premier mentre gli otto giudici della Corte di Giustizia Federale tedesca dichiareranno il loro verdetto sulla costituzionalità del nuovo Meccanismo di Stabilità europeo (Esm) – Potrebbero comparire i primi ostacoli per l’integrazione europea, oppure verrà lanciato il segnale di una forte volontà di coesione.

Olanda ed Esm, due verdetti per l’Europa

Amsterdam e Karlsruhe, oggi il futuro dell’Europa si giocherà in queste due città. Gli olandesi si recheranno alle urne per eleggere il prossimo premier mentre gli otto giudici della corte suprema di Giustizia tedesca dichiareranno il loro verdetto sulla costituzionalità del nuovo Meccanismo di Stabilità europeo (Esm), ovvero il fondo salva-Stati permanente. I risultati possono segnare l’inizio del cammino europeo verso una maggiore integrazione (soprattutto politica) oppure lanciare l’allarme di una frattura, di un’Europa a due velocità con un Nord intransigente che non accetta le differenze del Sud.

OLANDA – Stando agli ultimi sondaggi, lo scontro politico rimane al centro e vede fronteggiarsi laburisti e liberali. I due partiti hanno entrambi l’appoggio internazionale, seguono la linea politica dettata da Bruxelles, con rigore, come vuole la Merkel, ma con le spalle coperte da una Bce che con Mario Draghi ha dimostrato di avere una propria forza. Il conservatore Mark Rutte chiede ancora più tagli e maggiore austerity, mentre il laburista Diederik Samsom, più in stile Hollande, vuole puntare anche su più investimenti. La vera novità è il socialista Emile Roemer, che ricorda il candidato greco Alex Tsipras: contrario alle politiche di austerity e ostinato difensore del welfare, chiede di aumentre le tasse ai ricchi e alle imprese e aumentare gli investimenti pubblici. La sua scalata in terza posizione (e per qualche giorno è stato indicato anche come possibile vincitore) è il segnale di una stanchezza per l’austerity che non si è diffusa solo in Grecia, ma anche nell’Europa più ligia. Qualunque partito avrà la meglio domani dovrà tenere Roemer in considerazione. Tanto più che si candidano 21 partiti ed è probabile che il vincitore cercherà alleanze dove si accumuleranno più voti. Attualmente in quarta posizione c’è il partito di estrema-destra, euroscettico e che propone l’abbandono della moneta unica, di Geert Wilders, che alle ultime elezioni ha fatto cadere il governo opponendosi alle misure di austerità necessarie per il premier Rutte.

I Paesi Bassi sono il quinto maggiore Paese dell’eurozona, ma quest’anno il Pil segnerà una flessione dello 0,9% e il rapporto deficit/Pil supera il 4%. I debito pubblico è al 70% del Pil, in linea con i requisiti europei ma il debito privato è alle stelle (250% del Pil) e il mercato immobiliare è immerso in una bolla che rischia di esplodere come ha già fatto in Spagna e Irlanda. La prova che l’Olanda preferisce un’Europa forte e unita, in grado di darle garanzie in una situazione precaria come quella dell’Eurozona, e non l’intransigenza dei falchi tedeschi si è già avuta al Consiglio della Bce, quando il governatore della Banca centrale olandese ha votato a favore del Piano Draghi lasciando il presidente della Bundesbank Jens Weidmann il solo ad esprimersi in modo contrario.

ESM – Ma per i falchi della Buba c’è ancora una speranza. Oggi gli otto giudici della Corte Federale tedesca potrebbero dichiarare non coerente con la Costituzione tedesca il Meccanismo di Stabilità europeo, il fondo salva-Stati che è alla base della nuova architettura disegnata dalla Bce per ridare vigore alla Vecchia europa. Eppure finora sono arrivati segnali positivi dai vertici tedeschi: un portavoce della Cancelliera Angela Merkel ha dichiarato che il Governo è “convinto della costituzionalità dell’Esm” e il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble si è detto fiducioso che il nuovo Meccanismo di stabilità verrà approvato. Magari con l’aggiunta di qualche condizione più stringente, ma il verdetto deve essere positivo, altrimenti tutti gli sforzi compiuti finora per andare verso un’Europa più unita potrebbero andare perduti.

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