Il nuovo calo del petrolio e i dati negativi provenienti dalla Cina, dove per il sesto mese consecutivo si segnala una discesa degli utili delle aziende industriali, hanno contribuito ad alimentare ieri le vendite sia in Usa che in Europa, pur in un quadro di scambi ridotti a causa del clima semifestivo.
Stamane i listini asiatici hanno tentato un timido rimbalzo: Tokyo +0,3% come Shanghai, che ieri ha perduto il 2,6%. Meglio Sidney +0,9%, Anche la Corea è in terreno positivo. Ma l’indice Asia Pacific si accinge a chiudere il 2015 sotto del 12%.
Anche Wall Street rischia di chiudere l’anno in rosso. Ieri l’indice S&P ed il Nasdaq hanno chiuso a -0,2%, il Dow Jones a -0,1%. Il bilancio da inizio anno è positivo solo per il Nasdaq +6,4%. Il Dow perde l’1,7%, sotto dello 0,1% l’indice S&P500.
EFFETTO IRAN SUL GREGGIO. E TREMANO ANCHE LE BANCHE
A condizionare la seduta è stato il calo del greggio, colpito dalla conferma che l’Iran intende procedere, come già annunciato, con l’aumento della produzione di 500.000 barili al giorno. Il petrolio americano Wti arretra del 3,4% a 36,8 dollari al barile, dopo avere messo a segno la settimana scorsa un recupero del 9,7%. Il Brent è scambiato a 36,62 dollari (-3,4%)
Giù, di riflesso, i titoli petroliferi: Exxon arretra dello 0,7%, Chevron -1,8%. Più massicce le perdite di Marathon Oil -6% e di Consul Energy -9%.
Ma l’emergenza petrolio ha fatto scattare l’allarme anche per banche e titoli finanziari, coinvolti nel finanziamento della ricerca e dell’estrazione di idrocarburi. Il Financial Times nota che le banche potrebbero essere valutate, nei prossimi stress test, anche in base alla loro capacità di resistere ad uno scenario con prezzi del greggio ancora più bassi. Jp Morgan perde l’1%, Goldman Sachs -1,1%, Bank ofAmerica -1,2%.
Il cambio euro/dollaro è poco mosso a 1,098, da 1,096 della chiusura precedente. Sui mercati valutari è sotto pressione il dollaro canadese: 1,3872, vicino ai minimi da 11 anni sulla moneta Usa, in sintonia con il calo delle materie prime.
MILANO -0,4%. OGGI L’ASTA DI BOT E CTZ
Listini deboli ed attività ridotta anche in Europa, alla ripresa dell’attività dopo la pausa natalizia.
A Milano l’indice FtseMib ha perso lo 0,4%. Gli indici di Parigi e Francoforte sono scesi rispettivamente dello 0,9% e dello 0,6%. Peggio di tutte Madrid -1,4%, ormai invischiata in una crisi politica di difficile soluzione. La Borsa di Londra è rimasta chiusa per festività.
Volumi modesti anche sul mercato obbligazionario. Il rendimento del Btp decennale si è fermato all’1,644%, lo spread Btp/Bund è di 103 punti.
Oggi il Tesoro offre all’asta i primi titoli del 2016. Saranno collocati 6 miliardi di titoli a 6 mesi e Ctz per 1-1,5 miliardi. Domani sarà la volta dei titoli a medio lungo termine: 4,5-6 miliardi di Btp a 5 e 10 anni e un CCteu 7 anni.
L’ENI PUNTA 10 MILIARDI SULL’EGITTO
Anche in Piazza Affari ha pesato la frana de prezzo del petrolio.
Eni -0,6%. Il cane a sei zampe dovrebbe investire tra 6 e 10 miliardi di dollari nello sviluppo del maxi-giacimento egiziano di Zohr, ha detto nel corso di una conferenza stampa tenutasi sabato a el Cairo il numero uno della General Petroleum Corporation dell’Egittto, Mohamed El-Masry. Giù anche Saipem -1,3% e Tenaris -1,8%. Tra le utilities scivola Enel -0,4%. Enel Green Power -0,80% ha avviato i lavori per la costruzione dell’impianto solare di Ituverava, in Brasile, che una volta completato a fine 2017 sarà il più grande impianto solare di Egp: l’investimento complessivo ammonterà a circa 400 milioni di dollari.
Kepler Chevreux resta positiva sul settore delle rinnovabili e conferma il rating buy su Erg +1,13%, Falck Renewables +0,73% e Alerion +0,43% con target price rispettivamente fissati a 14,6 euro, a 1,6 euro e a 3,6
MERGER BANCARI, BPM ALLA RIBALTA
Fra le blue chip milanesi si è difesa bene MontePaschi +0,4%, dopo l’annuncio che la banca ha ceduto un portafoglio di crediti in sofferenza da 1 miliardo di euro. Il pacchetto è relativo a 18.000 posizioni, raggiunge quota 1,7 miliardi includendo gli interessi di mora maturati e/o altri addebiti che vengono ceduti insieme al capitale.
I crediti ceduti sono prevalentemente “unsecured”, le controparti sono quasi esclusivamente aziende, si tratta di sofferenze iniziate nel 2009.
Fra le altre banche, arretrano Unicredit -0,7% e Intesa -0,5%.
La migliore è stata la Popolare di Milano +1,7%. Secondo le ultime indiscrezioni, il management della banca milanese sta conducendo trattative separate e parallele con Ubi e con il Banco Popolare per arrivare a definire la migliore proposta di aggregazione.
FCA (+37% NEL 2015) PRONTA ALLO SPIN OFF FERRARI
Debole Fiat Chrysler, in calo dello 0,1% alla vigilia della separazione dalla controllata Ferrari attraverso il meccanismo dello spin-off, che prevede che agli azionisti Fiat verranno attribuite un’azione Ferrari per ogni 10 azioni Fiat Chrysler possedute. L’operazione avverrà fra il primo e il 3 gennaio. Il 4 gennaio primo giorno di quotazione di Ferrari a Piazza Affari, circa il 67% del capitale sarà diffuso sul mercato. Exor, la holding della famiglia Agnelli, avrà la quota maggiore, pari al 23%, e Piero Ferrari, figlio del fondatore, avrà il 10%, mentre Fiat Chrysler non avrà più neanche un’azione Ferrari. Equita Sim ha confermato sul titolo la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 17,2 euro.
Fiat Chrysler si appresta a chiudere il 2015 borsistico con un rialzo del 37%, dietro solo a Renault (+55%), mentre fra le big tedesche Daimler è la più brillante con un guadagno del 13%, Bmw avanza del 9% e Volkswagen accusa un calo del 27%.
Tra gli altri industriali Finmeccanica scende dello 0,7%, StM -1,6%, Prysmian -1,1%.
RCS IN RIPRESA. MEDIOBANCA PER IL 2016 CONSIGLIA MEDIASET
Continua il rimbalzo di Rcs +7% sulla scia del nuovo piano industriale presentato la scorsa settimana dopo aver toccato un minimo storico a 0,446 euro il 15 dicembre. Schroders Plc ha comunicato di detenere il 5,087% della società a titolo di indiretta gestione non discrezionale del risparmio
Acquisti su Mediaset +0,88%: Mediobanca Securities ha confermato sull’azione il rating outperform e il target price a 4,84 euro, definendo il titolo uno dei ‘core long’ per il 2016.
In rialzo anche Telecom Italia +0,5% su cui Equita Sim ha lasciato la raccomandazione invariata a buy e il prezzo obiettivo a 1,33 euro.
UN POKER DI RIALZI A DOPPIA CIFRA
Trevi ha guadagnato l’11% che si aggiunge al +14,5% registrato nell’ultima seduta di Borsa il 23 dicembre. Il balzo è da collegarsi alle attese per l’assegnazione dei lavori per la messa in sicurezza della diga di Mosul in Iraq.
Nuovo volo per Pininfarina salita del 14,87 a 3,45 euro, ben sopra il prezzo d’Opa di Mahindra a 1,1 euro. Il titolo resterà quotato alla Borsa di Milano anche dopo l’acquisizione da parte del gruppo indiano.
In evidenza Zucchi +15% dopo la sottoscrizione dell’accordo con le banche finanziatrici.
Si segnala infine il balzo registrato da Snai +11,8 nel pomeriggio, con un picco di volumi, più che doppi rispetto alla media giornaliera degli ultimi 30 giorni.